Nick: pearl jam Oggetto: Pensieri dominanti Data: 8/9/2004 12.3.15 Visite: 167
La musica era entrata visceralmente nella mia testa,tanto che la situazione di dormiveglia mi catapulto' in Mexico. Sapete,in quei bar dove anche se chiedi acqua,avrai sempre e solo fottuta tequila;che guardi tutti i clienti ,e ti accorgi che nessuno e' in coppia.O meglio. In nessun tavolo vi e' piu' di una persona. Sta cosa non mi era tanto chiara.Sara' che i mexicani non amano bere i compagnia. Tipo i russi. Fatto sta',che questa sensazione "gitana" duro' poco. Lo stato di dormiveglia fece presto posto ad uno di consapevolezza. L'intontimento si trasformo' in leggero torpore. L'occhio sinistro mise a fuoco,e mi disse la verita'. Ero ancora nel letto di mamma. Ed in fondo non mi dispiaceva nemmeno tanto.. In Mexico ci sarei stato poi,ora era tempo di cacare. Le mie giornata iniziavano quasi tutte cosi'. Fra un "sogno o son desto". E questa era la parte migliore. Per il resto era un continuo chiedersi di che morte sarei morto,se fossi morto. Oramai ,non contava quasi piu' nulla. C'era solo d'aspettare. Ed io avevo tempo. I momenti d'esaltazione erano perfettamente simmetrici a quelli di completo smarrimento ed angoscia. Dentro di me vigeva un equilibrio p e r f e t t o. Ricevetti una telefonata. Una di quelle che dovresti fare tu.Ma che non hai mai tempo. O voglia. O tempo e voglia. Era mia zia. Racconto sempre tutto a mia zia. Lo feci anche in quella occasione. Grande persona mia zia. E non perche' pesi quasi 200 kg. La telefonata s'interruppe bruscamente. Cioe',finimmo gli argomenti. E' sempre un trauma rendersi conto di non avere piu' niente da dire quando staresti li' a parlare per ore. Ma meglio che sparare cazzate. Almeno per me. Inizia a piangere a dirotto.Il motivo non mi era nemmeno ben chiaro. Era per la tenerezza suscitatami da mia zia,vecchia stanca,e lontana da casa,o per la pieta' che provavo per me??? Il fulcro comunque,stava nel fatto che fossi sempre piu' consapevole d'avere dei problemi. E piu' questa consapevolezza era lampante ai miei occhi,piu' sapevo,e desideravo,di dover fare qualcosa che risaltasse agli occhi di tutti. Cantare ,scrivere.... non faceva differenza.Sapevo,e volevo diventare "qualcuno". Presi la penna ed iniziai a scrivere.Appena asciugato le lacrime. Dovevo chiamare Imma,che a proposito,chissa' se me la riusciro' a fare... Ma iniziai a scrivere. E scrissi questo. Pensai che era meglio se telefonavo... Sembrava dirmelo pure la penna,un clister rosa,rubata a mia sorella,che saltava ad ogni minima forzatura sul foglio,tanto da dover farmi scrivere in punta di dita. Pensai di dover chiamare Imma. La mano mi duoleva.Per lo scrivere... La fica viene prima di tutto. |