Nick: Franti Oggetto: Un Disco Ogni tanto Data: 15/9/2004 15.46.48 Visite: 172
Una rubrica relativa a consigli sull’acquisto di dischi che hanno fatto e/o faranno (secondo me) "Storia". Le recensioni saranno tratte dal web. Inizio con uno dei dischi mie preferiti (tra i primi 5): THE PIXIES - DOOLITTLE Non sono stati semplicemente una delle band più influenti degli ultimi quindici anni (I Nirvana li annoveravano fra i loro artisti preferiti; Camen Consoli – Shit – si ispira per il suo cantato alla loro stupenda "Hey" - scaricatela e ascoltatela se non ci credete), i Pixies, sono stati anche e sopratutto una delle interpretazioni più folli e geniali che si siano mai avute del Rock; geniali perchè in pochi sono riusciti a trattare con la stessa disinvoltura materiali tanto diversi come Punk, New wave, Surf, rock'n roll, ska, psichedelia pura, urla sgraziate e voci malinconiche, chitarre ultra distorte e dolci tappeti di archi, canzoni pure e semplici con brani destrutturati e incomprensibili. E non di semplice Crossover stilistico si parla: non è certo, il rock dei Pixies, un calderone qualunquista dove tutto può convivere; é invece una musica che sorge da una visione deformata e deformante, paranoica, disagiata eppure meravigliosamente compiuta. Black Francio, il frontman, in questo disco rappresenta al meglio la sua follia in "Dead", sorta di Rock tribale, incupito da una voce super distorta, e sgraziato dall' acuto Riff di chitarra che a un certo punto sopraggiunge violento; e accanto un' ode melodica al surf, con tanto di testo d'amore come "Here Comes Your Man", e la magia dei Pixies sta proprio nel far convivere in maniera totalmente armonica due opposti del genere. Questa "armonia del paradosso" si ripete fondamentalmente per tutto il disco. Dopo un rock'n roll abrasivo e sconnesso come "Debaser", ecco il Punk violento di "Tame", ma subito si cambia di nuovo rotta con la melodica "Wave of mutilation". È un effetto di destabilizzante quello che trasmette Doolittle, eppure tutto appare compiutamente omogeneo: come "Monkey gone to Heaven", parentesi soffusa e malinconica, o come lo Ska-rock di "Mr.Grieves" che anticipa, poco più in la, la New Wave con tanto di voce alla Morrisey di "La la love you", o ancora il rock acido di "N.13 baby" e "Hey" che preludono alla folle "Silver" e alla perfetta conclusione della nenia distorta e disperata di "Gouge away". Schizofrenico, distorto, atipico, caleidoscopico, unico, perciò bellissimo.
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