Oggi non fa’ caldo e quindi il mio essere logorroico sarà più sopportabile. Dubito che qualcuno arrivi alla fine di queste righe senza saltare a piè pari, in ogni caso penso di “trattare” chi leggerà tralasciando di riportare il mio nutritissimo curriculum virtuale. Stammatin prima di scendere aggia sbarià ed è quindi con questo spirito che scrivo ora: tanto lieve quanto di scazzo come uno che ha ben presente (e non solo dice di avere ben presente) quanto tutto ciò che sta per scrivere sia irrilevante nelle esistenze quanto curioso nei meccanismi relazionali nel virtuale.
Dunque, dicevo, sono un vecchio frequentatore/navigatore del web, in lungo et in largo (e di questo ringrazio la mia fedele zattera). Ho avuto tempo e modo per farmi la mia personalissima idea derivante dalle variegate esperienze, che esporrò qui. Si, Vi spiego il virtuale, Io.
I pixell sono particelle eteree che supportano piuttosto male le prese di posizione basate su modelli comportamentali “materiali”: il virtuale ha meccanismi propri, "leggi" di gravitazione interne(t), baricentri disallineati con quelli del nostro concreto agire. Qui ogni nostra "azione" altro non è che volatile, mutevole, manifestato pensiero intrinseco;, insomma: un virtual-pensiero, nel senso di: “oh, qui, scripta volant!” oppure “Il pixel è mobile”.
Si capisce, quindi, fin dai primi tempi di frequentazione di questo stimolante mezzo quanto questo sia pregno di nuove possibilità, ma no, che dico: web= Paese dei balocchi.
Perché? Mi spiego: se vuoi qui fai quel che Ti pare, compreso (forse, soprattutto) quello che nella vita non Ti salterebbe neanche in testa di fare in quanto l’agire reale comporta delle conseguenze inevitabili di ben altro peso, interagendo con persone fisiche e giuridiche che godono (e meno male!) di pari possibilità di azione (insomma, live ci si misura la cosiddetta palla).
Il fascino de "l'eroe mascherato" sta qui. Il poter elevarsi sopra tutto e tutti o fare semplicemente il “gallo sull’ immondezza”.
Per fortuna, ogni cosa, restituita alla propria esatta dimensione, acquista il valore aggiunto della consapevolezza.
Ciò considerato, risulta:
1) insensato rodersi il fegato per questioni che nel virtuale nascono e nel virtuale restano (a volte anche quando consumate nel reale... i contatti nati nel virtuale mantengono, in alcuni casi, la stessa qualità virtuale)
2) illogico e un po’ ridicolo pensare di conoscere una persona nella sua interezza basandosi sulle proiezioni che di questa osserviamo in un contesto virtuale, in quanto anonimo ed effimero è soggetto a sbalzi d'umore di uterina fattura (possiamo al massimo osservare schizzi di comportamento che si adottano in relazione a quest'ambito, senz'altro diversi da quelli tenuti in altri contesti in situazioni analoghe)
Lo so, è aria fritta, roba trita e ri-trita ma o' vulev ricere pure io. E quindi? Niente, date poco credito in generale, questo è il virtuale, non v’aspettate di più.
Sorridete, siete su Ircnapoli 
///U.