Uno dei miei amici

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Nick: pearl jam
Oggetto: Uno dei miei amici
Data: 10/10/2004 17.36.47
Visite: 170

Enzo era uno di quei ragazzi che scorreggia sempre fuori dai pantaloni.
La vita sembrava promettergli solo capricci,longevita' e disinteressata amicizia.

E lui s'era adattato.
DA piccolo.Da sempre.
"voglio questo e voglio quello..."
E aveva questo e quello.
Eh.
Ma non che non glielo facessero pesare sia chiaro.
Una mamma chiacchierata ed un padre giocatore non sono i preamboli a nulla di concreto.
Pero' lui aveva questo e quello.

Ed in fin dei conti gli stava bene.
A noi,a me,sembrava dire..."io faccio finta di...pero' poi ho questo e quello."
E cosi' campava.

Tra un amico e l'arrivo di una cosa nuova.

Poi si sa,si cresce e la vita ,volente o nolente sembra chiederti da che parte tu voglia andare.
Ed a volte i genitori ci mettono anche lo zampino eh.

Non ci credereste mai,ma una mamma chiacchierata ed un padre giocatore hanno spiegato ad Enzo che se vuoi questo e quello
devi anche faticartelo.
E allora fanculo scuola del cazzo.
Fanculo Dante ,fanculo Pirandello ,fanculo gli obblighi,l'educazione ed il bidello.

Dall'eta' per votare in poi(che poi sarebbe meglio evitare di votare),il mio amico Enzo ha sempre lavorato.

Cuoco,scaricatore,arrangiamenti vari,cameriere,fidanzato,fino all'ultimo lavoro ,quello di "protettore in divisa".Eh

Sembrano li chiamino GUARDIE GIURATE.
Un buon posto tutto sommato.Anche se Enzo,da eterno debitore verso la vita,si fa 12 ore al giorno.Tutti i lodati giorni.
Tranne uno.Che spende a dormire.
O a rivangare il passato con una sua fidanzata.Non ricordo chi,lui e' sempre stato fidanzato.COl mondo credo.
Lo invidio.

E allora ora lui e' indipendente.Ed aiuta anche a casa il mio amico enzo.
Aiuta la sorella che ha fatto due bambini quando non poteva prendere ancora la patente,con un tipo che credo sia scappato
dall'altro lato della citta' appena uno e due problemi son spuntati da dietro la collina.
Aiuta la mamma,non piu' chiacchierata come un tempo,ma tanto tanto stanca.
Aiuta il padre mezzogiocatore,mezzosanto,mezzolavoratore,mezzoubriacone mezzosconfessato da Dio,e dalla vita.
Uomo di quelli che ha cercato sempre di dare ai figli le opportunita' mai avute da lui.

Ora Enzo fa discorsi..."io non vorrei mai aiutare la mia famiglia,credo se la debbano vedere loro per loro,ma a volte ti
senti in dovere....come potresti mai non aiutarli albe'?..ti han pur sempre cacato..no?"...

Ed io lo seguo.Ed a volte filosofeggio.Come in tutto.
E credo di essere un fottuto rincoglionito presbiteriano.

Non capisco che filosofeggiare con chi ha la schiena spezzata dall'eta' prescolare in poi, e' come voler insegnare a dei
bambini analfabeti l'uso del pc.Direttamente.

Eh.
E allora quando arrivo a capo di cio',ascolto.Solo.
Senza fiatare .

Sui suoi teoremi.
Sulla sua vita.

Non mi ritrovo quasi mai,ma il suo punto di vista,e' REALE.

E' quello dell'uomo della strada.E' quello di una persona che non ha paura di sbagliare congiuntivi,di alzare la voce,di sferrare
un cazzotto,di cacciare la pistola,di mostrare le sue radici,di pisciarti addosso o salvarti la vita e non pretendere "grazie".

Questo mio amico,come molti tra di noi del resto,ha passato gran parte della vita a condividere cose con i suoi amici.

Allora il racconto della prima scopata,la prima siga e la prima canna.
Il primo trambusto d'amore.

La prima delusione ,l'azzardo,il quasi arresto l'arrendevolezza di ragazzo.
L'apatia,i sogni il tifo per una squadra che di vero aveva solo la storia.

E tutti noi ,in questo cataclisma che e' la vita ,di gruppo,avevamo un tabu'.Ognuno di noi non riuscia a dire qualcosa a riguardo
di qualcosa di personale.Di qualcuno.

Allora io non parlavo della mia condizione,martin delle sue fighe,gino della sua malattia per il gioco,ed Enzo,Enzo evitava
di parlare della sua famiglia.
Una famiglia come tante ,con tanti fantasmi tanti quanti due armadi possono contenerne.

Pero' si sa,le chiacchiere quelle girano.Le parole sono piu' veloci delle saette a cadere nelle orecchie di chi le vuol sentire.
Bastarebbe arricciare il naso e passare avanti.Ma la gente il piu' delle volte e' annoiata.E frustrata.

E allora tutto quel che di cattivo ruota intorno ad una persona fa il giro dell'isolato di pari passo con il salire del sole.

Ma Enzo sembrava far finta che nessuno sapesse.
E andava avanti.Con noi con gli altri con le sue donne.

Ma sembrava,e sembra tutt'ora oramai a distanza di anni,che tutto gli sia sempre caduto ritto nel culo.Mai una storzatura.
Un pianto,uno sfogo non erano alla sua portata.O meglio,non voleva che fossero alla nostra.
E forse aveva ragione...

Forse cosi',ha mantenuto integra la sua voglia di riscatto.Di sacrficio di fierezza di altera consapevolezza che la tua vita
e' cio' che ti crei.Cioe' che fai.
Non cio' che ti capita.Forzatamente.
Noi siamo figli di noi stessi cacati da culi che non conosciamo.
Evaporati in un giorno che non potremmo mai ricordare.

E che nessuna istantanea ci potra' restituire.

Forse e' meglio cosi'.
O forse e' proprio per questo che cerchiamo un senso a tutto.
Forse viviamo le nostre superficiali vite a cercare di ricordare come era quel giorno in cui venimmo al mondo.
E quando muoriamo forse,ci e' tutto piu' chiaro.

DAl mio amico E.,ho imparato sicuramente che bisogna sempre far buon viso....qualsiasi sia il gioco che si sta giocando.
Che bisogna cercare di prendere sempre quello che si vuole.Che imparare a pretendere non si significa per forza non sapere il
significato di guadagnare.Qualcosa.
Forse il mio amico Enzo non e' alla ricerca di niente.Forse vorrebbe come tutti solo un po' di serenita'.
Ma quella non la puoi pretendere.Al massimo te la si regala.

Ho visto spegnersi un sacco di vite con sorrisi pronunciati.
Forse quelli,eran uomini e donne, che stavano tornando alla vita.