Di altre storie,non la mia.

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Nick: pearl jam
Oggetto: Di altre storie,non la mia.
Data: 22/10/2004 13.31.2
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Passo' quella cosa del grande fratello.Mi distrasse.
Ne avevo bisogno o forse no.

Distolsi gli occhi dal libro aspettando che succedesse qualcosa;un bacio,una tetta di fuori una fica appesa al muro.
Speranze vane.Non successe nulla.Se non una puttana che cercava di spiegare agli altri primati "la differenza dei VISSUTI(???)
in ogni individuo..."...
Concetto difficile da spiegare.
Se lo sta facendo una scimmia ad altre scimmie.Senza offesa per le scimmie.

"Post office" e' uno di quei romanzi che t'attecchisce.Corposo,lineare,ben scritto,con una consecutio temporae impeccabile.

L'accavallarsi di cinismo,e seriosa tristezza di vita reale,e' l'anticamera della perfezione di C.B.

-scrivere un romanzo alla buk........ah,albe',spera di cacare ,che son 4 giorni che non lo fai,sara' gia' abbastanza...-
mi dissi senza scrupolo alcuno.

Ripresi a leggere.Betty stava morendo.
M'accorsi,tutt'un tratto di versare lacrime.la pagina 95 assorbi' quel che restava del mio dolore.
Non piansi,come spesso faccio,accomunando le tristezza altrui alle mie,ma piansi davvero per Hank.Pensando alla sua di
tristezza.Ed a quella di Betty,e della sua vita.

E' strano.Perche' le mie lacrime sono sempre state egoiste,come me.

Invece oggi,stamane,circa 3 ore prima di quando sto scrivendo mi capita due volte di piangere non per me.Ed e' un evento
che non capita spesso.Appunto.

La prima volta era stata circa un'ora prima della seconda.
Guardavo uno di quei contenitori spazzatura che riempiono le giornate in fotocopia delle casalinghe.
C'erano vari imbonitori di vita vissuta tra i quali pero',presto attenzione ad una mamma.
Una mamma che racconta di una storia,triste,che riguarda la sua bambina.11 anni mentre io scrivo.

-la solita storia triste di una qualche malattia,di una qualche bambina,di un qualche paese,come ne succedono sempre,e sempre
ne succederanno,...perche' dovrei dare attenzione a questa?solo perche' l'Attila della tivu' vuole che entri nella mia casa?-
mi dissi a prim'impatto.
E stavo per cambiare canale.O spegnere.Non ricordo l'intenzione....

-mia figlia ,denise,e' affetta da una malattia rarissima.Si crede,stando alla letteratura medica,che sia l'unico caso esistente
per ora.Mia figlia invecchia dentro.Ha gli organi da settantenne.E malattie,da settantenne.Osteoporosi,cecita' dovuta
all'invecchiamento oculare,sordita'....-
e continuo' il bollettino.
Sembrava fiera della sua bambina.E disperata.Per lei,e per la sua bambina.

Continuo' a parlottare con il suo tono imperante, di chi ha imparato nella vita che bisogna farsi ascoltare,non badando alle
microinterruzioni di chi vede in lei,e nella sua piccola,solo una "storia" per riempire un vuoto tra una pubblicita' ed un'altra.

Pronunzio' termini medici incomprensibili persino al dottore(esperto)presente in studio,dimostrando una dimestichezza medica
che ,se non sei medico,acquisisci solo quando vai a vivere col dolore.

Eh,mi si legga,non e' una bella convivenza.Ma quasi sempre e' duratura.

Parlo' della figlia malandata per una decina di minuti,questa creatura.e diceva di averle insegnato il non lamentarsi..
-perche' lamentarsi non serve a nulla in questo mondo- specifico'.

Chissa' se servira' nell'altro mondo,pensai.
Ho gia' pronta una lista lunga quanto la muraglia,da dipanare al primo guardiaporte che mi verra' incontro.
Cherubini,santi,o facenti veci,siete avvisati.

la mamma andava avanti nel suo racconto ,che sembrava una sceneggiatura hollywoodiana fatta per far vincere
l'oscar al protetto di turno,ed io non riuscivo a fermare le lacrime.
Pensai veramente a Denise.Al suo altezzoso dolore.
Al suo non lamentarsi,segno di sfida,o d'inconsapevolezza.
malgrado la giovane eta' ,a questo dubbio non seppi dar risposta.
Perche' se e' vero che a 11 anni e' facile essere inconsapevoli,e' anche vero che la sofferenza,quella del corpo ,
quella che intacca l'anima passando per il fegato,per le ischemie,per la cecita',la sordita',l'osteoporosi ti fanno fanno
invecchiare anche lo spirito.ed acquisire cio' che molti uomini non prendono in una vita ,ed una morte,intera.

Pensavo a lei rendersi conto che non le resta poi tanto da vivere.Pensavo a lei che sorrideva a questo pensiero.
Pensavo alla mamma,che dopo mille pianti,e mille richieste d'aiuto alle quali accorrevano solo le sirene,forse sorridera'
anche lei .

La sofferenza corporale e' quella che ci libera.La bibbia insegna,no?
Cristo,le frustate,la crocifissione,la freccia nel costato,la corona di spine,i chiodi nelle mani,nei piedi ,nel cuore.
E cristo risorse,ed ando' dal padre.E il padre non lo salvo'.Perche' voleva far capire ad nubulo di farisei come soffriva
un vero uomo.Un figlio di DIo.

E sembrava dire "ecco ,la vostra vita ,sara' piu' o meno cosi'".E ci chiedeva,forse,di reagire come suo figlio.

E poi Denise.
Che una mattina si alza,e chiama la madre perche' non vede piu'.
O che inizia a sentirsi spaesata perche' s'accorge di non sentire.

E chiama la mamma.
Che non fa' come Dio.Non la lascia lì a soffrire o almeno non vuole.Si dispera ,piange per lei,e non chiede al mondo di
prenderla ad esempio.Lei vorrebbe solo che la sua figlia smettesse di soffrire,di non sentire,di non vedere....

Vorrebbe forse,che la sua Denise,abbia la possibilita' di sbagliare come gli altri.Come le altre bambine.Come la sua mamma.

Dio,quando ha montato la vita,inccorporando ad essa la concezione di sofferenza,s'e' dimenticato di mettere i limiti.
Ok.
Tuo figlio aveva 33 anni.Aveva giocato nei prati.Baciato qualche ebrea.
Avuto le sue erezioni.
Deciso l'ora alla quale ritirarsi la notte.
Parlava alle persone.Ed era ascoltato.
Era stato amato.Da uomini,donne,per cio' che pensava,diceva.viveva.

E Denise?
Troppo giovane per tutto.COn la stessa sofferenza moltiplicata cento.Mille,un milione.COme altri milioni.Ma questa e' la sue storia.
La vuoi alla tua destra?...

Mi dicevano sempre,una signora in particolare...amica di mia madre,o una del suo gruppo di preghiera.non ricordo.

-tu starai alla destra del signore,..perche' soffri tanto piccolo ragazzo...-....
Per molto tempo non le rispondevo.pensavo ad altro.A quella nuova avventura....e non badavo alle parole della gente.

Dopo qualche tempo,gia' in preda ad una sana follia,che spero caratterizzi il resto di questo tempo che vivro',risposi..

-beh signora,non so se riusciro' a starci.sa,con la sedia ed il resto,sara' difficile trovare posto fra tutta quella gente,
magari ,se potro',chiedero' d'avere un posto in cucina....Son sicuro che li' il cibo non manca mai...-
Sorridendo,e lasciando trasparire una consapevolezza che ,alla fine,non m'apparteneva.Ma mi calavo....

Ero paffuto.Piu' di ora.Ed adoravo il cibo.
E pensavo alla morte.Spesso.Come ora.
E pensavo che in paradiso avrei voluto mangiare tantissimo ,tanto ero gia' morto.
Il cibo era un dolce pensiero.
Allòra non pensavo ancora alle fiche.

E passato tempo,ma vorrei sempre quel posto in cucina.Ad un tavolo.Magari con una che mi spompina sotto al tavolo.
Ne faro' richiesta,quando sara'.

Ci meritiamo tutto in certi frangenti.

Chissa' Denise cosa vorra' quando sara' li'.

Una volta li',spero Dio non la costringa a stare alla sua destra e le permetta di perdere quella consapevolezza, che pesa
piu' di una freccia dritta al cuore.