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Nick: Kashmir
Oggetto: Nuda
Data: 7/11/2004 1.13.53
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Giada era sotto la pioggia, in un giorno di Novembre troppo afoso per il clima che avrebbe dovuto avere quel mese, ma troppo freddo per la temperatura che c'era in quel momento. Sentiva freddo, molto freddo.
Indossava un piccolo tailleur blu notte, era appena uscita dal lavoro, stringeva l'ombrello nella mano destra e la valigetta nella sinistra, e se avesse avuto un terzo braccio avrebbe mantenuto la coppola obliqua che stava volando via dalla sua testa, posizionata un pò alla francese, forse per un tocco "chic" o semplicemente perché stava iniziando a tirare vento.
Il vento diventava sempre più forte...Giada cominciò a girare attorno a se stessa, trasportata dall'ombrello che girava a sua volta, e cambiava verso; la coppola era partita, Giada tentò di afferrarla distrattamente, ma era troppo sconvolta da quel vento improvviso.
Cadde a terra, con la giacca nella pozzanghera.
Rimase un pò lì a ciondolarsi, in attesa della fine del vento, e guardava quella luna piena che sembrava regnare vanitosa nell'immensità del cielo, come una regina adorata e rispettata dai suoi sudditi che la guardano con amore e con timore allo stesso tempo.
E Giada restava in quella pozzanghera, con la giacca che diventava sempre più fradicia, sembrava quasi affogare, e con la luna, che ora sembrava stesse guardando lei. Era tutto un gioco di sguardi, tra lei e lei.
Spuntò una figura, dal buio.
Era un ragazzo, molto chiaro, come se fosse sceso da uno di quei piccoli raggi larghi e corti che emana la luna, sembrava fradicio anche lui, ma le gocce d'acqua sembravano oltrepassargli la pelle, come se lui fosse un'essenza fatta di aria, sprigionata dalla tempesta, un figlio di un fulmine, diciamo.
Le tese la mano, lei alzò seguendo il suo movimento, senza fiatare, senza mormorare, non smettendo mai di guardarlo fisso negli occhi. Finquando lui non si posizionò dietro di lei, le sfilò la giacca inzuppata, e la buttò via, per non opprimerla.
Non tolse solo la giacca, cominciò a strapparle un lembo della gonna, poi uno della magliettina a giromaniche blu, di lino, umida.
Portò quei lembi con sé.
Lei avvertì un brivido, si girò di scatto.
Lui non c'era più.
Giada iniziò a camminare, dapprima guardando in avanti, poi spostando ansiosamente la testa, come per cercarlo, o per riprendersi quel che di suo lui si era preso. Non le aveva preso soltanto i vestiti, ma una parte di lei.
Con uno sguardo era riuscito a rubarle un angolo di sé che teneva nascosto a chiunque, persino a sé stessa, per non sentirsi dipendente da qualcosa, o da qualcuno, forse per sentirsi semplicemente più forte di quanto in realtà fosse. Come una luce proveniente dalla luna, era riuscito ad addentrarsi nel corpo e nell'anima di chi conosceva da così poco, ma forse da così tanto.
Lei tornò a casa, si gettò sotto la doccia.
Si accorse che le mancava qualcosa.
Ma ne aveva un'altra. Completamente nuova.
Scoppiò a piangere.
