Nick: siddharta Oggetto: La musica ribelle Data: 9/2/2005 9.53.33 Visite: 123
Si era negli anni '80 e chi ambiva a fare il musicista in quel periodo, ma di quelli con la puzza sotto al naso, snobbava un certo tipo di musica di quel periodo. La razza peggiore di musicisti erano quelli che amavano la " Fusion ", quelli che dai video didattici studiavano scale impercorribili per otto ore al giorno. La fusion è praticamente scomparsa pochi anni dopo e questi musicisti si sono trovati ad essere jazzisti. I " jazzisti " italiani non mi piacciono, anche perchè per come la vedo io un italiano nun può suonare il jazz se non per hobby. Sarebbe come ad un nero americano chiedi di cantare le canzoni classiche napoletane. Eppure i jazzisti italiani esistono e la cosa peggiore è che non suonano come i jazzisti francesi; se ascolti Stephane Grappelli tu senti la francia, senti la tradizione degli chansonnier, se senti i jazzisti italiani senti il tenue tentativo di essere americano. Nel duemila come per incanto gran parte di quelli che amavano la fusion negli anni ottanta che poi sono diventati jazzisti negli anni novanta, sono diventati dei contaminatori di etnie musicali. Alla fine tutti ricercatori e sperimentatori. In merito mi ha colpito una frase in una canzone di De Gregori che dice: " La musica etnica, la contaminazione: l'ultima spiaggia per i vigliacchi della comunicazione ! " Cosa non di poco poi e la rivalutazione culturale, perchè gli stessi che dicevano che i Depeche mode facevano musica di plastica, che i Duran Duran, non sapevano suonare, che i Cure erano tecnicamente il nulla, gli stessi hanno problemi a suonare in un certo modo nonostante dotati di anni di studio. Tutto questo per dire che la musica è qualcosa che non puoi razionalizzare, la musica è qualcosa che non tocchi che non ha forma che non vedi, sta li si muove nell'aria e ti vibra dentro lo stomaco o sotto le palle. Una volta suonammo per una estate prima di Napoli Centrale e dopo si era soliti mangiare insieme con Franco e James. Ad un certo punto si parlava dell'approccio di ognuno a fare un assolo e James disse: " Quando fai n'assolo e sentì sul ' o ritmo e stregnere i pacche 'ro culo 'e 'a sunà! " La musica è come la felicità, spesso c'è spesso fugge e spesso non esiste e chi pensa di possederla è un illuso.
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