Nick: mir Oggetto: i sogni del venerdì sera Data: 19/2/2005 15.10.56 Visite: 180
Il venerdì sera in città è una cosa, un concetto ben definito tra vie intasate di traffico, monossido di carbonio e percorsi mentali. E' claustrofobia, misantropia, allegoria di vita e presenza coatta nei Posti. Il venerdì sera in periferia, nella piccola città è un'altra cosa. Ci sono gruppi di presenza con il vuoto tutt'attorno. Ragazze in mini ferme davanti AL bar, ragazzi tutti rigidi a gambe larghe. Una sola via intasata quasi fosse un dovere spendere parte del proprio tempo guardando la targa di un'auto di fronte. E poi lunghi-brevi tragitti da una parte all'altra in posti che sembrano oasi di vita tra i palazzi dormienti e i negozi chiusi. Ci si ritrova in piedi per strade a soffiare vapore dalla bocca e a parlare di sogni. Con tutto quello spazio i sogni si fanno grandi, ingombranti, vuoti. Non si riesce a giustificare la loro l'irraggiungibilità. Dio buono. I miei sogni li ho rinnegati forse in autostrada, venendo qui. Li ho allungati nella sangria o nelle birre delle sere solitarie. Li ho venduti per una pubblicità, per una donna, per poter scrivere qualcosa di decente. E loro hanno venduto me. E se qualcuno mi domanda: "che vuoi fare da grande?" io mi frugo nelle tasche, non trovo nulla e improvviso. |