Nick: Vivienne Oggetto: mondo university Data: 30/6/2005 11.1.6 Visite: 150
Sociologia è il corso di laurea che produce meno occupati, almeno è quanto affermato dall'Istituto Nazionale di Statistica, nel rapporto 2004/2005 sulla situazione universitaria e di lavoro in Italia si legge: "Se andiamo nel dettaglio dei singoli corsi di laurea il migliore inserimento lavorativo riguarda i giovani laureati in Ingegneria gestionale (il 93% dei laureati trova un lavoro continuativo entro tre anni dalla conclusione degli studi), informatica (91%) ed elettronica (90%). Ottime le performance anche delle lauree in Relazioni pubbliche e Scienze internazionali e diplomatiche (il 90% dei laureati ha un lavoro continuativo, un’eccezione all’interno del gruppo politico-sociale che tocca invece il 63%), Economia politica (87%), Chimica industriale (86%), Odontoiatria (84%), Scienze statistiche ed economiche e Farmacia (entrambi 83%). I laureati che incontrano maggiori difficoltà nel trovare un impiego sono, invece, quelli dei gruppi insegnamento (svolge un lavoro continuativo soltanto il 51% dei laureati), letterario (56%) e geo-biologico (58%). Se prendiamo in considerazione i singoli corsi di laurea, i più sfavoriti sono i laureati in Sociologia (su 100 giovani che si laureano soltanto 38 riescono a trovare lavoro) e Pedagogia (39 su 100). Trovano difficoltà nell’inserimento lavorativo anche i laureati in Materie letterarie (lavora regolarmente soltanto il 48% di chi ha completato il corso di studi, mentre è alla ricerca di un impiego il 23% dei laureati). La percentuale più alta di laureati in cerca di occupazione appartiene al corso di laurea in Lingue e Civiltà orientali (24 %). I laureati in Medicina e quelli in Giurisprudenza presentano invece una situazione particolare, dato che il loro percorso formativo spesso prosegue dopo la laurea con l’iscrizione alle scuole di specializzazione (i primi) e la pratica professionale (i secondi). A tre anni dalla laurea, su 100 giovani medici 9 hanno trovato un lavoro continuativo, ma ben 86 dichiarano comunque di non cercarlo. Più elevata rispetto ai medici, ma relativamente bassa in confronto agli altri gruppi, è anche la quota dei laureati in Giurisprudenza che lavorano continuativamente (sono 48 su 100), mentre quelli che, pur non lavorando, affermano di non essere alla ricerca di un’occupazione sono 26 su 100." |