Nick: paps46 Oggetto: paps de amicitia Data: 29/5/2003 10.4.1 Visite: 2
Innanzitutto, condivido la scelta di scrivere qualcosa di personale. Un forum secondo me serve per comunicare, e se qualcuno vuole comunicare qualcosa di personale ben venga La distinzioni tra sentimenti ed emozioni è assolutamente giusta secondo me. "incontrare l'amore" "trovare l'amicizia vera". E' forse molto simile il concetto. Io pensavo che non ci fossero differenze. Non so più cosa pensare... Prima di iniziare il Liceo non sapevo minimamente cosa fossero gli altri. Avevo vissuto una vita sottovetro, sottosale...Non avevo i mezzi e le possibilità fisiche per poter avere un rapporto costante di vicinanza con una persona. La mia salute, grazie ai progressi della scienza e al sacrificio ben ripagato di qualche topo da laboratorio, ha via via cominciato a concedermi la possibilità di fare le mie esperienze. Iniziare a farne a 14 anni. Non è mai troppo tardi, ma forse un po' di gap ce l'avevo e ce l'ho tuttora. Gap inteso come difficoltà ad addentrarmi nella vita sociale e a intenderla naturale...mi era sempre sembrato uno spettacolo da osservare per i 10 anni precedenti, piuttosto che un'esperienza da vivere. Al Liceo ho conosciuto una ragazza che, prima in assoluto, ha cominciato a interessarsi a me. Penso che alla base dell'amicizia, di ogni sentimento puro e reciproco debba esserci una sempre reciproca scelta dell'altro. A volte capita con un po' di culo, a volte può sembrare una scelta libera ma non lo è, a volte ci si può ingannare e le cose vanno male e si finisce col provare emozioni e non sentimenti... Ma all'improvviso fui scelto. E iniziai a capire cosa siano effettivamente gli altri. Confidarsi, verbo nuovo. Soffrire per l'altro, verbo nuovissimo. Avevo sofferto solo per me stesso in passato, e solo fisicamente. Ci confidiamo...scherziamo...giochiamo...in sintonia. Inizio a volerle davvero bene. Siamo legatissimi. Vuole lasciare la scuola ma io provo a convincerla a non farlo...alla fine rimane e io decido di aiutarla a studiare, spiegare ogni appunto ogni passaggio ogni frase di latino...Senza passargliela, per renderla indipendente. Non potevo perderla, perché al di là della scuola era impossibile per me vederla. Ho cominciato a pensare che mi fossi innamorato di lei. Da un certo punto di vista era vero...Non riuscivo a non pensare a lei... Ma poi mi sono chiesto "ma che differenza c'è tra l'amicizia e l'amore?". La risposta è stata "nessuna. L'amicizia è una forma di amore meno violenta di quella comunemente considerata amore, perché ci si astiene volontariamente da qualsiasi azione possa procurare sofferenza all'altro". Stare insieme da amici è un conto, stare insieme da fidanzati era un altro. Allora mi dissi che dovevo amarla senza "amarla". Si fidanza. Bene...benissimo...avevo ragione! La mia forma d'amore era la + giusta...yuppy! Ho agito bene La felicità è breve. Inizia a guardarmi in un modo strano...smette di parlare con una compagna di classe che nel frattempo si era avvicinata a me...E' sempre arrabbiata e parla male del suo ragazzo. E' l'inizio della fine. Un giorno rischiammo di baciarci. A tirarmi indietro fui io, perché pensavo che sarebbe stato un errore, una violenza al nostro rapporto... Ci tenevo troppo, era una cosa bella che non doveva finire. Lo sentivo come un pericolo. Iniziò a chiamare il ragazzo con il mio nome, il ragazzo inizia a ingelosirsi...e inizio a infastidirmi. Perché lei sapeva che io non l'avrei mai toccata...mai baciata...per la paura di farla soffrire. Inizia una serie di invadenze del suo ragazzo nel nostro rapporto...Era difficile spiegargli che io non volevo stare con lei pur essendone "innamorato", ma forse per lei le cose non erano proprio allo stesso modo. E' finita male. Le ho chiesto di chiarirsi con il ragazzo, perché non potevo sopportare di passare per il cornificatore di turno. Non era giusto...Lei doveva fare qualcosa per me, doveva capire che era una violenza per me...Veniva a sorvegliarci, ci impediva di vederci... Non mi ha mai protetto. Lei non ha provato in nessun modo a evitarmi una sofferenza. Era troppo grave per sopportarlo. Significava che la scelta era morta, che ero diventato un peso, che si poteva iniziare a fare a meno di me. Penso che quando si comincia a provare questa sensazione con un amico sia giunto il momento di sparire. Perché quando la volontà non regge, si diventa un peso. Ho provato a capire le sue difficoltà... "ma il mio ragazzo si arrabbia" "ma il mio ragazzo è geloso, lo devi capire" "ma lui ti tratta male perché ha paura di te" ... Alla fine lo ha mollato come un cane sull'autostrada. Per provare a rimettersi con l'ex che le aveva messo ogni sorta di corna. E' valsa qualcosa la mia sopportazione? No, ero già un peso. ____________________ La complessità del mio pensiero non è riuscita a farci comunicare. Ha smesso di desiderare di capirmi, di provare a non farmi star male per cose inutili. Per me è stato insopportabile. ---------- Ho una sola vera amicizia, oggi. Tanti bei rapporti, ma amicizia vera una sola. Perché l'amicizia è il regno della scelta, e dell'amore che sceglie di non farsi male e di non provarci nemmeno, a farsi del male. Almeno secondo me. Ho difficoltà a trovare altri amici ma non me ne rammarico, se le persone con le quali sto bene non hanno la volontà di scegliermi come confidente o per passare il tempo insieme non posso arrabbiarmi. E' una loro libera scelta, l'amicizia è scelta e libertà e allora possibilità non ce ne sono. Pazienza. ---------- Adesso ci sarà il coretto dei vari "ma dai che ti piaceva..." "aveva ragione ad essere geloso..." "sì ma non era un'amicizia..." "ma l'amicizia uomo-donna non ha senso..." Ma io volevo amarla a modo mio. Io ero un AMICO. Non volevo perdermi nella convenzionalità dell'altro amore. Non volevo violentare la sua volontà... Quando non si è sicuri della volontà altrui, e la priorità è evitare sofferenze all'altro, bisogna fare così. E lei non l'ha capito. E io non sono stato abbastanza chiaro.
(chiedo scusa ai puristi della lingua per la totale assenza della consecutio temporum) |