Nick: Bacco77 Oggetto: Il Fasciocomunista Data: 26/6/2003 14.51.59 Visite: 23
Antonio Pennacchi Il fasciocomunista Vita scriteriata di Accio Benassi Mondatori,pp.340,euro 17.00 Un picaro di un’Italia degli anni ’60 zompetta in questo romanzo che osserva l’impegno politico,la passione di quegli anni da un raggio di interpretazione inusuale per la nostra narrativa.Pennacchi descrive infatti lo spirito del tempo dal basso(un non intellettuale) e dal margine della lotta politica(il neofascismo).La voce narrante è il soggetto stesso del libro: Accio Benassi. Accio è un ragazzetto figlio di una numerosa famiglia veneta portata dal Fascismo a Latina per coltivare le terre sottratte alle paludi.Dopo aver rifiutato il seminario,Accio, va alla conquista del mondo con un bramoso desiderio di azione.S’inscrive all’MSI.Vive in un culto tradizionale e generico dell’Italia fascista di Mussolini.In realtà il giovane militante sa poco o nulla del fascismo,ed anche i suoi “camerati” non sono grandi conoscitori dell’ideologia,il fascismo diviene un codice d’onore che Accio e i suoi,desumono dalla vita e dall’esperienza dei reduci della Repubblica Sociale.Mussolini è citato evangelicamente, come celebratore delle loro più banali azioni: botte con i rossi,manifestazioni,attacchinaggi.La politica risulta il coacervo in cui si condensano tutti i livori del quotidiano,le angherie familiari,i desideri sessuali.Tutto viene giustificato dalla ideologia.Quando Accio tira una catenata sul volto di un ubriaco che sfidava il suo gruppo di missini,non v’è responsabilità,tutto finisce,nonostante il sangue,in risate..Quando Accio,per aver partecipato ad una manifestazione antiamericana con i rossi,viene cacciato dall’MSI.Inizia così a frequentare l’Unone marxisti-leninisti,rigido partito stalinista,Accio si sente al centro della scena.L’importante è agire,sentirsi vivo,partecipare.Il libro si conclude con una tragica vicenda che decreta l’arrivo degli anni di piombo. Accio nei suoi balzi e nelle sue contraddizioni di policrome bandiere,rimane coerente a se stesso,alla sua sincerità,tutto ciò che intraprende lo presceglie per convinzione,istinto,piacere.Mai vantaggio e calcolo.In un paese come il nostro,dove il figlioccio di Almirante è vicepresidente del consiglio e dove l’ex dirigente dell’Unione marxista-leninista siede negli scranni di Comunione e Liberazione la sincerità mutevole di Accio può facilmente essere considerata una forma di coerenza. ….e alziamolo sto livello…..
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