Nick: Bacco77 Oggetto: re:Il Fasciocomunista Data: 26/6/2003 23.21.1 Visite: 15
Secondo me il punto di raccordo tra l'ideologia fascista e comunista va analizzato tra gli anni '60 e inizio anni '80,in quanto in questo periodo si sono viste le effettive virtù e distorsioni delle due teorie.Il fascismo che si ripropone tenacemente perchè ancora radicato nel tessuto sociale,ad ogni livello e che è visto come l'unico radiofaro per riequilibrare una fase di sbandamento;il comunismo che emerge prepotente sia come naturale(ed efficace)reazione al fascismo che come possibilità reale di emersione del popolo.Ma la sostanziale differenza sta nel ruolo del popolo.Il fascismo pesca nel popolo per attuare la propria strategia politica,consegnandogli spesso delle responsabilità gestionali di carattere gerarchico,ma a capo di tutto ciò figurano gli aristocratici e tutti coloro che vivono in una realtà imprenditoriale(non dimentichiamo che una delle prime mosse di Mussolini fu quella di chiudere le camere del lavoro).Quindi,in fin dei conti,il popolo era relegato ad un mero compito esecutivo di direttive provenienti dall'alto,che però avevano la qualità di arrecare anche un vantaggio al popolo stesso.E' proprio qui una delle chiavi vincenti del fascismo:una politica "cerchiobottista",dove veniva data la possibilità al popolo di godere di provvedimenti una tantum,però assolutamente slegati tra loro,senza una precisa architettura politica purché arrecassero un beneficio,benché minimo,ma immediato. Il comunismo ha avuto la possibilità di attecchire quando i lavoratori,nel suo nome,avanzavano in battaglie per affermare i propri diritti e tutele.Il nuovo potenziale scoperto dalla "forza lavoro" italiana era quello di essere una mente pensante e non più costretta a considerare il lavoro come un premio concesso dal "capitalista",ma un vero e proprio scambio alla pari.Mentre il fascismo,da una posizione socialmente privilegiata in quanto dirigenziale,fa proseliti in livelli più bassi,il comunismo effettua il procedimento inverso:è il popolo che sviluppa una coscienza votata alla crescita e allo sviluppo,magari troppo spesso unilaterale.
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