Nick: Nuje10 Oggetto: 50 MILA CARICHE Data: 25/10/2005 23.31.18 Visite: 386
UNIVERSITA': OLTRE 50MILA IN PIAZZA A ROMA CONTRO RIFORMA "Il nostro tempo e' qui e comincia adesso". Dietro questo striscione dell'ateneo romano La Sapienza stanno sfilando questa mattina nella capitale oltre 50mila persone, tra universitari, studenti delle superiori e ricercatori, uniti contro le recenti riforme Moratti dell'universita' e della scuola. Gli studenti sono arrivati a Roma da Torino, Pavia, Milano, Bologna e anche da tante altre citta' d'Italia coinvolte nella mobilitazione. MA NONOSTANTE CIO' LA RIFORMA MORATTI E' STATA APPROVATA -------> ROMA - Sì definitivo dell'Aula della Camera alla riforma dell'Università. Il testo è passato con 259 sì. L'opposizione non ha partecipato al voto finale: i deputati dell'Unione non sono entrati in Aula. Nelle dichiarazioni di voto finale, i deputati del centrosinistra hanno rinnovato le loro critiche alla riforma Moratti. Dopo il voto i deputati della Cdl hanno lungamente applaudito. Il lungo corteo per le vie di Roma, la protesta e il sit-in davanti a Montecitorio, qualche scontro con la polizia: la lunga giornata di manifestazioni contro il ddl Moratti ha ormai lasciato il centro di Roma, mentre gli studenti si dirigevano alla Sapienza in attesa del via libera della Camera alla riforma. Il giorno del 'no' alla riforma Moratti è cominciata alle 9 del mattino, quando migliaia di studenti, docenti e ricercatori ("siamo in 50mila", diranno poi), hanno riempito piazza della Repubblica per poi sfilare fino a piazza Navona in un lungo corteo animato dai colori di tanti striscioni e da canti e slogan urlati a squarciagola. Da Bologna, Torino e Padova, ma anche da Napoli e dalla Puglia, chi in treno, qualcun altro in pullman, gli universitari si sono dati appuntamento a Roma per far sentire la propria voce, per dire "il nostro tempo è qui e comincia adesso", come recitava lo striscione che guidava la sfilata. I primi momenti di tensione con le forze dell'ordine arrivano quando gli studenti raggiungono largo Argentina: la meta finale ufficiale è infatti piazza Navona, ma fin dall'inizio nelle intenzioni degli organizzatori c'é l'idea di arrivare fino a Montecitorio, nonostante i divieti. Così mentre la maggior parte della massa resta ferma tra via del Plebiscito e corso Vittorio Emanuele, gruppi di studenti si infilano nelle viuzze parallele per mettere in atto un sit-in davanti alla Camera. Polizia e carabinieri, che presidiano tutti i possibili varchi di accesso verso la sede istituzionale, bloccano i drappelli più massicci: a mani alzate e con cori contro il governo i manifestanti cercano di forzare i blocchi in via di Torre Argentina e in via del Teatro Valle, senza riuscire comunque a passare. Dopo numerose mediazioni con le forze dell'ordine e all'intervento di alcuni deputati, tra i quali Paolo Cento e Pietro Folena, i giovani raggiungono piazza Navona, dopo aver ancora tentato, invano, di arrivare il più vicino possibile a palazzo Madama. Intorno alle 13, mentre gran parte del corteo è tra corso Vittorio Emanuele e piazza Navona, alcuni gruppi cominciano però a sistemarsi davanti a Montecitorio. Il clima resta tranquillo, e la piazza continua a riempirsi: i ragazzi, seduti per terra o 'appollaiati' sui pali e sui secchi scandiscono slogan contro il premier e contro la Moratti. Ad un certo punto, una frangia del corteo si spinge fino ai limiti di piazza Montecitorio, lungo via degli Uffici del Vicario, fronteggiando per un po' il cordone dei carabinieri, quindi, vista l'impossibilità di attraversare la piazza, i giovani tornano sui propri passi, lanciando nel frattempo due fumogeni, uno dei quali finisce sul portone di uno degli uffici della Camera dei Deputati che si trovano sulla strada. Nel frattempo comincia il via vai di parlamentari tra la Camera e la piazza. Soprattutto esponenti del centrosinistra, (che insieme ai commessi di Montecitorio e alle forze dell'ordine portano bottigliette d'acqua ai manifestanti), ma anche molti di An, come La Russa, Santanché e il ministro Landolfi, che restando nei pressi dell'ingresso osservano a lungo la protesta. Intorno alle 15, molti degli studenti arrivati da fuori Roma lasciano la manifestazione per raggiungere treni e pullman. Moltissimi altri continuano invece la protesta raggiungendo i colleghi a piazza Montecitorio mentre il camion della Sapienza fa rientro all'università. Poco dopo scoppiano gli scontri in via del Corso: un gruppo di studenti sta transitando a lato di piazza Colonna. Alcuni si avvicinano più volte alla polizia che a un certo punto fa partire una carica. Il tutto dura poche decine di secondi, che però bastano a far salire la tensione. Un operatore dell'emittente tv Telenorba denuncia di essere stato picchiato dalla polizia mentre riprendeva il fermo di un ragazzo. La Questura sottolinea che non c'é stata alcuna carica contro i manifestanti, ma solo il fermo di due studenti, identificati e subito rilasciati, che avevano sputato a due agenti. Intanto il centro di Roma è bloccato, diversi studenti chiedono il soccorso dei medici e a fare le spese della situazione è anche una giornalista di Sky TG24, interrotta dagli studenti mentre era in diretta da via del Corso. Nel tardo pomeriggio torna la calma. Il grosso degli studenti si dirige verso La Sapienza, i pochi che restano davanti alla Camera raccolgono i rifiuti lasciati durante il giorno. Dentro l'aula i lavori vanno avanti. BERLUSCONI, RIFORMA PIU' CHE OPPORTUNA Un provvedimento "più che opportuno" che sarà positivo. Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha commentato la riforma dell'università in votazione oggi alla Camera dei Deputati. Il premier ha motivato la sua presenza in Aula proprio per la validità del provvedimento. E IN PIU' UNA SCORPACCIATA DI MANGANELLI E CARICHE ALLA FINE DEL CORTEO TANTO PER DARE IL SENSO DELLA DEMOCRAZIA IN CUI VIVIAMO
"..a nuje10 e consorte romantici e bolscevichi [cit.].."
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