Nick: WaLK Oggetto: ADN-KRONOS... Data: 10/5/2004 16.22.24 Visite: 11
Data: 02/05/2004 14:53 'New Yorker': ''Violenze sadiche, clamorose e criminali'' IRAQ, GENERALE USA: ''LA CIA INCORAGGIO' ABUSI SU PRIGIONIERI'' Janis Karpinski al 'New York Times': ''La cellula di massima sicurezza 1A del carcere di Abu Ghraib era sotto il controllo degli ufficiali dell'intelligence e non dei riservisti'' Washington, 2 mag. (Adnkronos) - Il generale americano Janis Karpinski, da cui dipendeva la gestione del carcere di Abu Ghraib, dove sono stati commessi gli orribili abusi nei confronti dei prigionieri iracheni da parte dei militari statunitensi, si difende e rilancia: non sapevo nulla delle violenze fino a quando non sono venute alla luce, sono ''nauseata'' dalle immagini delle torture, che sono state incoraggiate dalla Cia. In un'intervista telefonica con il 'New York Times', il primo generale donna nella storia delle Forze armate americane, tornata adesso a fare la consulente privata, sostiene che la cellula di massima sicurezza 1A del carcere di Abu Ghraib era sotto il controllo diretto degli ufficiali dell'intelligence e non dei riservisti. La Karpinski - che, rivela il 'New Yorker', era stata formalmente ammonita in gennaio e poi sospesa senza troppa pubblicita' dal comando dell'800ma brigata della polizia militare - definisce ''cattiva gente'', che merita di essere punita, i riservisti colpevoli delle torture e degli abusi, ma afferma che loro agivano con l'incoraggiamento, se non agli ordini, delle unita' di intelligence militare che gestivano le unita' di massima sicurezza. Secondo il generale, spesso gli agenti della Cia partecipavano agli interrogatori nella prigione, anche se lei non sapeva se potessero in realta' avere accesso. La Karpinski spiega quindi al quotidiano americano di aver deciso di parlare perche', secondo lei, i vertici militari stanno cercando di dare la colpa di quanto successo esclusivamente a lei e ai militari coinvolti, sviando l'attenzione dalle responsabilita' dell'intelligence. Il generale tiene comunque a ribadire di non avere alcuna intenzione di difendere i riservisti e dice di essere rimasta ''nauseata'' quando vide le prime foto degli abusi: ''Ho abbassato la testa, perche' pensavo che avrei vomitato. E' terribile, la mia prima reazione e' stata: questa e' gente cattiva, perche' le loro facce rivelano quanto piacere provassero nel fare questo''. ''L'affermazione secondo cui ero a conoscenza di tutto questo ed e' continuato pur essendone io a conoscenza e' ben lontana dalla verita'. Non sapevo nulla, sono inorridita'', si difende ancora il generale, osservando che una delle foto che ritrae gli abusi sui prigionieri mostra le gambe di 16 soldati americani e questo dimostra ''chiaramente che altra gente stava partecipando, perche' io non avevo 16 soldati assegnati a quell'unita''' (la 1A). In un rapporto dell'esercito statunitense citato dal 'New Yorker', che e' riuscito ad impossessarsi del documento di 53 pagine, redatto dal generale Antonio M. Taguba lo scorso febbraio e interamente dedicato agli abusi commessi ad Abu Ghraib, si legge che i prigionieri iracheni sono stati sottoposti a numerosi ''abusi sadici, clamorosi e criminali'', tra cui atti di violenza e sodomia, da parte delle truppe americane. Dall'inchiesta di Seymour M. Hersh, pubblicata ieri sulla versione on line del settimanale, e' emerso come Taguba abbia elencato nel periodo tra ottobre e dicembre alcune delle torture denunciate, che consistevano nel versare sui detenuti il liquido fluorescente contenuto nelle luci chimiche o acqua gelata, nel picchiarli selvaggiamente e nel sodomizzarli con manici di scopa. Inoltre, la polizia militare era stata autorizzata a ricucire le ferite provocate dai maltrattamenti nelle celle. Segue un riassunto delle fattispecie elencate nel rapporto: "Inoltre - continua il testo del rapporto - diversi detenuti hanno descritto i seguenti abusi, che, date le circostanze, giudico credibili in base alla chiarezza delle affermazioni e le prove addotte a sostegno dai testimoni:" - Rottura di lampade chimiche, il cui contenuto fosforico veniva versato sui prigionieri - Minacce con pistole calibro 9 mm. - Getti d'acqua fredda su detenuti nudi - Percosse con manici di scopa o con una sedia - Minacce di stupro ai danni di prigionieri maschi - Sutura da parte di membri della polizia militare di ferite provocate facendo urtare con violenza il detenuto contro le pareti della cella - Prigionieri sodomizzati con lampade chimiche o con manici di scopa - Impiego di cani militari senza museruola per spaventare i detenuti, in un caso risultato in un morso - Pugni, schiaffi e calci ai prigionieri; pestoni sui piedi nudi - Foto o riprese video di detenuti, uomini e donne, spogliati nudi, a volte in pose forzate umilianti e sessualmente esplicite - Denudamento dei prigionieri, a volte lasciati spogliati anche per diversi giorni - Obbligo per i detenuti maschi di indossare capi intimi femminili - Obbligo per gruppi di detenuti maschi di masturbarsi mentre vengono ripresi - Prigionieri obbligati a stendersi uno sull'altro in un mucchio sul quale i militari saltavano - Prigionieri obbligati a stare in piedi su una cassetta, incappucciati con un sacchetto, con fili collegati a dita delle mani dei piedi e al pene, simulando la tortura dell'elettroskock - Fotografie di militari mentre hanno rapporti sessuali con detenute - Fotografie di prigionieri con catene e collari da cani attorno al collo - Fotografie di prigionieri morti - Le parole "sono uno stupratore" sulla gamba di un detenuto, fotografato nudo, accusato di aver violentato una 15/enne.
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