Come spiegare questa condizione?
Io ci provo e parto dai numeri.
Nel 2006, anno dell’indulto, i pregiudicati del distretto di Napoli erano 38 mila. Sette mila erano i condannati ancora in libertà che attendevano le misure detentive, mentre erano quasi 30 mila le schede di sentenze definitive non ancora registrate nel casellario giudiziario. Ai 38 mila pregiudicati censiti nel 2006, sommiamo i 30 mila recidivi che risultano ancora “incensurati”, e stiamo a 68mila.
A cui vanno sommati i 6500 liberati dall’indulto. Con il piano sicurezza, in dieci mesi erano stati arrestati 5300 napoletani.
Tirando le somme. Nel 2006, quasi un decimo della popolazione napoletana era pregiudicata.
Una “pressione criminale” che non ha paragoni.
Infatti, Napoli detiene il primato della densità della delinquenza urbana in Europa.
Abbiamo forze sul campo tali da poter contrastare questa gigantesca orda barbarica?
No, perché non ci sono soldi per le forze dell'ordine. Le questure sono sotto organico e le auto sono ferme perché mancano i fondi per le riparazioni.
Secondo aspetto.
L’ottimo lavoro di intelligence della magistratura e delle forze dell’ordine ha ridotto
la Camorra
ad una struttura pulviscolare. Le grandi “famiglie” sono state decimate da arresti e pentimenti. L’ultimo clan imploso è quello dei Sarno di Ponticelli. Resistono solo i narcos di Scampia.
Abbiamo fatto passi avanti enormi sul contrasto alla camorra, ma siamo rimasti al palo per quanto riguarda lo sviluppo una cultura anti-camorra.
Video come quelli girati fuori la questura di Palermo per l’arresto dei Boss, a Napoli sono impensabili.