Comincia tutto così.
Con un oroscopo fittizio che indovina da quanto tempo non aggiorno il mio blog e mi consiglia di correre ai ripari.
E io, che sto a sentire quello di Fox solo per avere una scusa per ammazzare la domenica mattina e la mia latente voglia di studiare anche gli altri giorni della settimana, do ascolto a parole scritte per in linea di massima per un 500 milioni di persone(considerando che siamo pressappoco 6 miliardi diviso un'omogenea distribuzione di 12 segni zodiacali), ma che pare siano dirette proprio a me.
Avere poca memoria significa non ricordare il tempo che passa, quanto ne perdi, quanto ti sfugge.
Avere molta memoria significa sapere ogni volta il numero di errori in cui si incappa 20 ore su 24, considerando le ore giuste di sonno che riesco a fare e non per impegni istituzionali, quanto per la noia che impersevera anche nelle mie notti, cosicchè anche il dolce dormire diventa tedioso, rubare tempo al tempo.
"Buongiorno" disse il piccolo principe.
"Buongiorno" disse il mercante.
Era un mercante di pillole perfezionate che calmavano la sete. Se ne inghiottiva una alla settimana e non si sentiva più il bisogno di bere.
"Perchè vendi questa roba?" chiese il piccolo principe.
"E' una grossa economia di tempo" rispose il mercante, "gli esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano cinquantatre minuti alla settimana".
"E che cosa se ne fa di questi cinquantatre minuti?"
"Se ne fa quel che si vuole..."
"Io" disse il piccolo principe "se avessi cinquantatre minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana..."
Non ho mai particolarmente amato questo libro, fin troppo lodato, al pari di quei film semplici che sembrano, malgrado loro stessi, celare i misteri del mondo, tipo "il favoloso mondo di Amelie", ma questo pezzo può ben interpretare la mia idea di tempo che cerco di recuperare per perderne altro ancora.

Così decido di aprire una finestra senza vista mare su uno schermo e buttarci dentro un po' di parole, per far colore ad una pagina, e far muovere velocemente le dita su una tastiera, per sentire, ogni tanto, la manifestazione visiva di un'esigenza che nascondo come polvere sotto al tappeto.
Le persone alienate si costruiscono posti mentali facili da abitare, senza tanti altri, senza domande che non si vogliono sentire e senza risposte giuste. Quando mi alieno sto sempre in compagnia di qualcuno molto silenzioso, che carezza la mia testa mentre la poggio sulle sue gambe chiuse, su un divano in tessuto color porpora, e mi parla solo ogni tanto di quello che voglio sentire, che l'argomento non sia mai me, che mi spiega come funzionano le cose nel mondo del quale già conosco la cabina di comando, ma del quale mi piace sentire da altri come va avanti. Perchè se lo senti da qualcun altro, il funzionamento dei tuoi pensieri, sembra sempre che abbiano più materia e senso di quello che diresti tu a te stesso.
La mia capacità di concentrazione è di 5 minuti, posso resistere 10 se l'argomento è di particolare interesse. Poi smetto di ascoltare, resta fisso il sorriso e lo sguardo e comincio a immaginarmi il tizio del divano che mi racconta come si prepara l'anatra all'arancia. Ci vuole pure un po' di liquore mi dice, pure un po' di zucchero, farina e alloro. Non verrà tanto bene penso mentre mi immagino ai fornelli, però lo lascio parlare. Mentre mi racconta la ricetta penso al vino da abbinarci. Cucina inventiva. Mentre torno alla realtà rifletto che non ho abbastanza fantasia per pensare alle portate di una cena. Penso a quella perchè ricordo che sto a dieta da meno tempo di quanto avrei dovuto.
Sono alla settima sigaretta da stamattina e non voglio pensare all'anatomia distrutta dei miei polmoni. La tosse è un modo per interrompere una conversazione, o per iniziarla, è comunque sempre comoda in un dialogo.
Scriverò anche di te, ma non ora, penso. E poi di nuovo il tizio del divano che mi racconta di un viaggio nella Nuova Guinea.
Nel reparto di malattie infettive ti fanno indossare camici come un internato di una clinica psichiatrica. E se dalle 14.30 alle 17,30 vedi passare almeno 6 volte in reparto uno su una specie di motorino elettrico scaricamerci sono pochi i dubbi che ti rimangono.
I matti sono felici, mi racconta nell'intervallo il tizio sulla porpora. Sanno perfettamente come funziona questa vita senza doversi alienare, e decidono deliberatamente di rompere la stanza dei pulsanti. Se tutti fossimo consapevoli della nostra esistenza impazziremmo in blocco. Invidiali pure se vuoi.
Sono tornata a casa e ho trovato un uomo di 50 anni che mi ha parlato di pratiche condominiali.
Ci sono i caprioli, e gli unicorni, e le rane che prendono a sberle i leoni. Bella la Nuova Guinea.
E poi c'è un fiume, ci sono sempre i fiumi nei posti che ti immagini, perchè l'acqua è vita. Tranne quella del mare di Mergellina e quella arrivata a Pompei.
Poi mi sento come il suocero di Bellavista nel suo istantaneo e breve ritorno alla coscienza al sentire una cifra.
"2000 euro"
Sono costernata dal ritorno alla realtà, così chiedo di ripetere la cifra e mando a bere un caffè il tizio del divano.
"Per sanare un debito condominiale, al momento bisogna per questa casa pagare 2000 euro, poi faremo sapere gli altri conti in rosso".
Ti amavo Roma, ora mi hai inflitto un colpo al cuore.
Nella mia alienazione era anch'essa una città felice, al pari della Nuova Guinea ma senza unicorni e caprioli. Invece pure qui gli amministratori rubano i soldi e poi lasciano il posto.

da consultazione http://www.youtube.com/watch?v=2tKbln-1oJA