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BlogRoom di Ircnapoli


( 11/2/2011 11:59:58 N. 376934) - Ramy*    Mostra profilo Invia messaggio




Sola.
Non credevo che un giorno io potessi sentirmi così.




blog modificato il: 11/02/2011 12:00:19




( 10/2/2011 15:05:10 N. 376933) - Midori*    Mostra profilo Invia messaggio

Tu non sei un delicato e irripetibile fiocco di neve...




Alle amiche vai bene se vai d'accordo con tutti e non crei problemi.
A tua madre ora vai bene perchè sei magra come voleva lei.Tuo padre finge di interessarsi a te,perchè stai studiando.
Ma tu Valentina dove sei?
Riuscirai a guardare dentro il tuo caos ...quel buco nero che ingurgita e sputa tutto fuori?
Ci riuscirai a non sentirti in colpa x una dannata volta,perchè i tuoi non si amano...
e tu sei stata frutto del caso...di un sbaglio.
Ce la farai?

blog modificato il: 10/02/2011 15:14:05







( 9/2/2011 12:09:7 N. 376930) - alylia    Mostra profilo Invia messaggio


CONVERSAZIONI DEFICIENTI(V PUNTATA)

Telefonia mobile

-Pronto
-Wilma?
-(la clavaaaaaaa) Credo abbia sbagliato numero


-Pronto
-Diego?
-No, ha sbagliato numero.
-Dai Diego passami mamma
-Scusi, le pare abbia la voce di Diego?

Sms
-Chi ti piace sono una compagna mandami un mess
-Credo abbia sbagliato numero
-Sono la manu
-Mi fa piacere, io sono una delia


Telefonia fissa

-Pronto
-Buonasera signurì, c'è la professoressa X?
-No, non è a casa al momento
-Ok, grazie, nu bacion

-Pronto
-Buongiorno, c'è il dottore?
-No, non c'è, è in Germania al momento
-Ah, a me servirebbe un certificato, sono fuori lo studio, ma è chiuso
-Eh, è in Germania...
-E' che mio figlio non è potuto andare a lavoro e gli serve un certificato entro le 12
-Le ripeto, è in Germania
-Io non telefono mai...
-(complimenti, ha accumulato un superbonus per essere mandato al diavolo dalla figlia) Mi fa piacere, vuol dire che state sempre tutti bene in famiglia


SATAAAAAAAAAAAAN







( 8/2/2011 21:05:43 N. 376928) - `ReVaN`    Mostra profilo Invia messaggio

I giudici imparziali non possono tacere Da alcuni anni a questa parte, quando un magistrato apre bocca per difendere le ragioni della giustizia, si cerca di zittirlo sostenendo che il suo aprire bocca sarebbe segno di “parzialità” e, dunque, violerebbe il principale dei suoi doveri. E’ certo che questo è solo un espediente intellettualmente disonesto per costringere al silenzio i testimoni più diretti dello scempio che si fa della giustizia.

Il problema, tuttavia, è molto serio. In un sistema istituzionale sano, il giudice adempie i suoi doveri applicando le leggi e tacendo. Ma in un sistema nel quale una parte si impadronisce dello Stato e, invece di servirlo, se ne serve, piegando le leggi ai propri interessi personali e, dunque, pervertendo il sistema alla radice, servire in silenzio non più l’istituzione, ma i suoi “occupanti”, significa adempiere il proprio dovere o rendersi complici della più grave delle eversioni? In un sistema che diventa nel suo insieme servo del potere e non dello Stato, il magistrato che tace non solo non è imparziale, ma è al servizio della più grave e deprecabile delle parzialità e del più grave e deprecabile degli abusi.

Se interrogassimo oggi i ferrovieri che portavano i treni ad Auschwitz, essi ci direbbero certamente che non furono responsabili del genocidio, perché il loro compito e il loro dovere era “solo” condurre i treni. Il contenuto dei quali era sotto la legittima autorità di altri. Se interrogassimo i giuristi che vissero e agirono sotto il Terzo Reich, ci direbbero kelsenianamente di avere dato applicazione a leggi formalmente adottate da autorità legittime. Possiamo onestamente riconoscere fondatezza a queste discolpe? O dobbiamo piuttosto dire che esse sono l’alibi con il quale coprire imperdonabili colpe individuali e collettive?

Nel corso della manifestazione tenutasi a Milano sabato scorso alcuni intellettuali hanno espresso la loro solidarietà alla magistratura italiana. Nell’ambito di un dibattito interno alla magistratura, taluno ha ipotizzato che i magistrati dovrebbero mantenere le distanze da quelle posizioni. Voglio proporvi il testo della risposta data a questo tipo di obiezioni dal mio collega Marco Dell’Utri, giudice del Tribunale di Civitavecchia, che traggo da una mail inviata da Marco alla mailing list dell’Associazione Nazionale Magistrati. Considero le riflessioni di Marco un’analisi lucidissima e veramente preziosa della delicatezza della questione e della gravità del momento.

“Se la solidarietà espressa alla magistratura italiana da intellettuali come Zagrebelsky o Eco (e appare sufficiente almeno “affacciarsi” alla biografia e all’opera dei due, per escluderli dal numero degli intellettuali “organici”) appare, al giudizio dell’osservatore, un esercizio di partigianeria politica, temo ci sia da preoccuparsi davvero. (…) Varrà la pena di riascoltare quegli interventi in modo meno frettoloso, poiché i discorsi pronunciati hanno assunto un respiro di più larga ampiezza.

Piuttosto, condivido la collocazione del discorso sul piano della “legittimazione” separata della politica e della giurisdizione. Legata, la prima, alla “volontà” (la volontà politica della comunità in un determinato momento storico); alla “storia” la seconda (la storia dei fatti, delle idee e della cultura). Ma appunto! Non è a caso che ho cercato di legare il compiacimento che mi ha provocato l’evento di sabato, all’intervento di alcuni (credibili) intellettuali.

Se è vero – come credo – che dietro ogni struttura di potere si nasconde, bene o male, una ben precisa struttura culturale (foucaultianamente, che non c’è potere senza sapere, e viceversa), mi compiaccio che si sia arrivati a comprendere come il gioco politico che si sta giocando oggi in Italia non riguarda (solo) la contesa sulla volontà politica della comunità (chi vincerà le prossime elezioni), ma in primo luogo la riscrittura stessa di una storia di fatti e di idee che hanno fatto quella che fino ad oggi è stata, e non si sa ancora se continuerà ad essere, la “nostra cultura”. Cos’altro è il cosidetto revisionismo storico di cui tanto si parla in questi anni?

Nulla di male, beninteso. Anzi: la battaglia politica e civile è, nel suo strato più profondo, un confronto tra modi di guardare e di concepire le cose del mondo (non commetto abusi linguistici omettendo l’uso del vocabolo “ideologia”). Davvero non si capisce qual è la concezione della sovranità che alimenta l’insofferenza per il controllo di costituzionalità? Occorre tornare alla storia complessa della rivoluzione francese? Al référé legislatif? Occorre ricapitolare la sentenza di Madison contro Marbury? Alla netta e ferma contrarietà del Partito Comunista Italiano all’istituzione della Corte Costituzionale?

Il conflitto portato contro il controllo di costituzionalità (quello che volgarmente è tradotto nel “non possiamo più tollerare che un pm porti una legge davanti ad un consesso di comunisti e farla annullare”) colpisce il sistema giudiziario (che del circuito di quel controllo è l’anima: dall’obbligo dell’interpretazione costituzionalmente compatibile ai meccanismi della rimessione) propriamente sul piano della sua legittimazione culturale. Se non c’è legge che possa essere controllata nella sua “giustizia”; se non esiste concettualmente l’abuso del legislatore; se non esistono diritti o questioni sottratti alla disponibilità delle maggioranze politiche contingenti, quello che cade è l’intero sistema “culturale” su cui è fondata l’attuale configurazione costituzionale della giurisdizione. Quello che è intollerabile è che tutto questo non si sia ancora visto, o, come io credo, che ancora si faccia finta di non vedere. Oggi chi non vede, non può più imputare il fatto all’ambiguità delle cose, ma solo alla propria pigrizia intellettuale.

Torno a dire: è più che legittimo, anzi, doveroso discutere se la decisione collettiva debba fondarsi (tutta) sulla volontà politica o se questa, nella sua espressione concreta, abbia a che fare con una “storia culturale” (che ne qualifica il contesto, arrivando a riformularla o financo a ricusarla).

La Costituzione italiana attuale parla chiaro ed assume una posizione: sta da una “parte”. E da questa “parte” stanno – devono stare – i magistrati italiani. Si tratta di una scelta di campo che, prima ancora d’essere politica (perché è “anche” politica), è “culturale”. Alcuni intellettuali italiani questo oggi hanno riaffermato, ritenendo di condividerne ancora le premesse. E lo hanno fatto proprio mentre questa posizione della Costituzione è oggi posta in discussione e, con essa, la stessa legittimazione culturale della magistratura.

In termini ancora gramsciani, si tratta di discutere se trasformare il giudice da intellettuale tradizionale (quant’altri mai) a intellettuale “organico” alle contingenze maggioranze della politica. Il giudice deve tenersi fuori da questa discussione? Legittimo sostenerlo. Ma non ci sarà da menare scandalo se quest’esasperazione della cultura giuridica formalista – proprio da parte degli stessi magistrati – possa a taluno apparire, oggi (all’alba del XXI secolo), l’ultimo capitolo di un’ennesima trahison des clercs“.

Marco Dell’Utri, giudice del Tribunale di Civitavecchia




( 8/2/2011 04:07:56 N. 376927) - **TeReSa**    Mostra profilo Invia messaggio

Non ti merita.

Non ti meriterà mai. Tu sei speciale, unica.
Non hai bisogno di uno stupido qualcuno che te lo ricordi ogni giorno.
Se n'è andata? Bè, tu non hai bisogno di lei. Perchè sei forte, sei una tigre. Te la puoi cavare bene anche da sola.
Ha trovato un'altra? Bè, molto probabilmente sta cercando in qualcun'altro quello che ha trovato in te. Ma sappi che non lo troverà mai.
Sei intelligente, bellissima e indipendente. Irripetibile. Ragazza, tu sei una piccola meraviglia. Bianca come la neve e pura come l' acqua di sorgente. Sei incredibile, e non hai bisogno di qualcuno che in continuazione cerca di sminuire le tue doti. E' proprio l'ultima delle tue preoccupazioni.
Non piangere, ti prego, perchè quando il tuo candido volto si riga di lacrime amare e pesanti mi si stringe il cuore. Non posso vederti così. Tu sei perfetta e non devi permettere che qualcuno ne affermi il contrario.
Ora sorridi, fammi vedere come riesci ad illuminare le giornate di chi ti circonda. Mostrami la luce dei tuoi occhi, azzurri come il cielo di primavera. Sii felice, perchè la vita è bella e val la pena di essere vissuta.
Io ci sono, quando vuoi. Adesso, alle tre di notte, domani.. tra cent'anni.
Quando il mondo ti volterà le spalle io ti offrirò la mia mano. Quando avrai bisogno io sarò lì ad ascoltarti.
Basta solo che mi chiami e io correrò.
Ti voglio bene, davvero. Te ne vorrò sempre e per sempre ♥













( 6/2/2011 17:46:15 N. 376919) - nanà 84^^^    Mostra profilo Invia messaggio


...sn 2 anni ke nn scrivo su questo blog...e leggendo un po le cose scritte negli anni passati mi sn resa conto di quanto è cambiata la mia vita...degli amici nn sn + presenti nella mia vita...ma li amo ankora da morire...e mi mancano da morireeeeeeeeee!!!.....
ciao IRC!







( 6/2/2011 14:57:40 N. 376917) - VaMPiRiNa    Mostra profilo Invia messaggio

...y un día después
de la tormenta
cuando menos piensas
sale el sol
de tanto sumar
pierdes la cuenta
porque uno y uno
no siempre son dos...




( 5/2/2011 19:26:54 N. 376916) - giangic    Mostra profilo Invia messaggio


perchè è tutto cosi complicato nella mia testa?













( 4/2/2011 19:40:53 N. 376910) - †D4Rk_L|gHt†    Mostra profilo Invia messaggio

I giorni più belli della mia vita.
Con te.







( 4/2/2011 15:48:51 N. 376908) - unerrore    Mostra profilo Invia messaggio


http://www.youtube.com/watch?v=u5C-YHSy3Fw


blog modificato il: 04/02/2011 15:51:03




( 4/2/2011 14:06:59 N. 376907) - Linda King    Mostra profilo Invia messaggio




On se disait c'est pour demain
J'oserai, j'oserai demain
Quand on ira sur les chemins




( 4/2/2011 11:05:25 N. 376906) - jkm    Mostra profilo Invia messaggio










"tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei
degno di stima e io ti amo" (Isaia 43,4)










( 2/2/2011 01:27:53 N. 376903) - Alessia*    Mostra profilo Invia messaggio

sempre stronzo è? t ho aggiunto collegati durante l anno!




( 1/2/2011 21:31:11 N. 376902) - mitty    Mostra profilo Invia messaggio



L'invidia è una brutta bestia, avevano ragione loro.
Le parole si apprezzano dalla bocca da cui escono,
se vengono fuori dal nulla è nel nulla che si dissolvono.



blog modificato il: 01/02/2011 21:31:32










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