Come annunciato sabato, voglio fare delle riflessioni sul “tifo”. Le faccio oggi perché molti utenti del sito sabato erano allo stadio quindi non avrebbero potuto partecipare alla discussione. Mi riferisco particolarmente a Casual, che conosco, stimo e perciò cito, sapendo che è capace di discutere e non se ne esce con risposte a cazzo.
L’idea mi viene sabato, dopo aver visto la partita, negli ultimi 2 minuti giro su un’emittente privata e vedo inquadrati dei tifosi (non so se il termine è giusto) del Napoli. L’inquadratura è molto bella, si riescono a vedere le singole espressioni dei volti. Inferociti, il fuoco al posto degli occhi, urlano come forsennati, il campo, i giocatori, la partita, non sono che contorni, loro sembrano stare lì per tutt’altri motivi… ecco, il fischio della fine della partita, questi si guardano, scavalcano e corrono nel campo. La telecamera ne segue uno a caso, questo va da un giocatore del Napoli, gli chiede la maglietta, questo non gli da retta, il “tifoso” inferocisce di + lo sguardo, gliela tira, la strappa quasi, interviene la sicurezza e questo scappa…
Vado al pc prima di uscire, leggo:
Gruppi pescaresi muniti di spranghe hanno dato vita a momenti di tensione. Piazza Santa Lucia, dietro
la Curva Sud
, presso il distributore Agip e nelle vicinanze dell'Ex Aurum, il teatro degli episodi di violenza che hanno segnato il dopo partita.
Un gruppo di ultrà partenopei arriva davanti allo stadio intorno alle 12.30, con largo anticipo rispetto all'orario d'inzio della gara e trovano gli ultras adriatici presenti sin dalla mattina pronti a dar loro il benvenuto muniti di spranghe, bombe carta ed ardimenti rudimentali.
Manca un'ora all'ingresso delle squadre in campo quando parte l'assalto ai cancelli della curva sud da tifosi napoletani senza biglietto. Si trovano davanti un cordone di poliziotti, carabinieri e finanzieri che gli sbarra il passo. Lo scontro è violento: lanciano bombe carta e pietre. Le forze dell'ordine rispondono con lacrimogeni, uno dei quali finisce anche dentro lo stadio, ma alla fine devono cedere all'urto degli ultrà.
Intanto in città si accendono vari focolai di risse ed il tutto assume le parvenze di una vera e propria caccia al tifoso partenopeo. Il caos esplode a fine gara. Nella zona immediatamente a ridosso dell'Adriatico una settantina di ultrà napoletani intercetta una pattuglia della polizia stradale isolata e con passamontagna, cappucci e sciarpe sul viso, circondano il mezzo e lo colpiscono con spranghe e bastoni. Sfondano i vetri e lanciano nell'abitacolo una bomba carta. I due poliziotti fanno appena in tempo a buttarsi fuori: l'esplosione sventra e brucia il mezzo.
Tutto questo mentre un esercito di 3-400 ultras pescaresi si scatena in una serie di aggressioni e roghi che coinvolgono diversi mezzi napoletani rimasti carbonizzati.
http://www.tifonet.it/notizie/articolo.php?codice=20138&sn=tn
In serata comincio a leggere i commenti su questo sito dedicato al “tifo”…
“i veri ultras campani vi continueranno a spaccare il culo...”
“è più forte di voi ammettere che eravamo più organizzati di voi. Vi fa comodo dire vecchi, donne e bambini quando sono rimasti ammaccati diversi vostri ultras a loro volta armati”
”VI ABBIAMO ROTTO IL CULO SENZA LAME(vero romani? presto tocca a voi, ma non in Juve-Roma)”
E via dicendo…
Mi sono subito venute in mente 2 cose:
1) Un libro letto tempo fa di Alessandro Salvini: Il rito aggressivo, dall'aggressività simbolica al comportamento violento: il caso dei tifosi ultras, edito dalla Giunti;
2) Le parole di Rosario quando parlava di tifo sistematico e del legame che ha questo con l’amore per la città.
Riflessioni:
Nella lettura scientifica internazionale sulla violenza calcistica si delineano spesso due distinti fenomeni:
Il primo fenomeno riguarda quello che in letteratura scientifica viene detto “spectator
Disorderness”. Questo termine indica gli atti di intemperanza dei tifosi che non hanno un carattere
programmato, non hanno per obiettivo i tifosi avversari e sono riconducibili in primo luogo al clima
emotivo di eccitazione provocato dall'evento sportivo. Di solito questi disordini accadono dentro lo
stadio, durante o al termine della partita, ed hanno come oggetto i protagonisti del calcio giocato
(giocatori, arbitri e guardalinee, dirigenti, allenatori). Essi possono coinvolgere inoltre diverse
tipologie di spettatori (dai frequentatori delle curve, ai supporters del settore dei distinti, agli
appassionati delle tribune)
I comportamenti più frequenti di questi tifosi infine comprendono il lancio di oggetti in campo contro arbitri, guardalinee e giocatori; le aggressioni all'arbitro fuori dallo stadio; gli assalti ai pullman della squadra ospite. Questo fenomeno riguarda il tifoso “moderato” (definito sul sito tifos8) che va allo stadio quando può, che non ama accostare fede calcistica a nessun altra fede, bensì considera la partita per quello che è: Sport e una buona dose di campanilismo.
Il secondo fenomeno riguarda il tifoso “ultras” quello che non si perde una partita, che sposa la causa calcistica con fanatismo, che spesso è inserito in gruppi. Riguarda insomma l'insieme di comportamenti riconducibili al “football Hooliganism” in senso stretto, ovvero gli atti di vandalismo ed aggressione sistematica che, in occasione delle partite di calcio, particolari gruppi di tifosi - nel caso italiano, i gruppi ultras - compiono ai danni di analoghi gruppi avversari sia dentro che, soprattutto, fuori dagli stadi.
La prima forma di “soccer related violence” è tutto sommato parte integrante, da sempre,
dell'atmosfera da stadio e rappresenta un comportamento sociale stabile nel senso che la sua
fenomenologia non rivela grandi variazioni nel tempo.
Diversamente stanno le cose per quanto riguarda gli episodi di “fooball hooliganism”
Sul sito menzionato prima, ho trovato parole tipo brigata, commando, onore, mentalità, fede, ideali, rispetto, organizzazione, appartenenza, ecc. e chi è intelligente sa bene a cosa portano le “grandi ideologie” pregne di questi termini… non oso fare paragone con niente però qui.
Dove voglio arrivare:
Voglio arrivare a due mie personali conclusioni:
La prima: Essa è supportata da innumerevoli studi scientifici, cioè il tifoso moderato, è raramente autore di violenze in quanto non “carica” di significati l’evento sportivo. Non lo “lega” all’amore, ad una fede, al rispetto, onore, ecc. Non è quasi mai inserito in gruppi, quindi non scattano in lui tutti quei meccanismi di identificazione vicaria, di io – eroico, di disobbedienza all’autorità, di bisogno di identità ecc. QUINDI quando sento parlare di cani sciolti quali autori di violenze dentro e fuori dallo stadio, mi scoccia un pò la cosa…
La seconda: Il tifoso non moderato facilmente incontra il fenomeno del “deragliamento percettivo e cognitivo” cioè deforma la realtà e non sa rispondere adeguatamente alla realtà, pigliando fischi per pernacchie (libro molto interessante è quello di Valerio Marchi, Il derby del bambino morto. Violenza e ordine pubblico nel calcio, quando su quell’episodio della partita della roma bloccata, alcuni tifosi giuravano di aver visto con i propri occhi il bimbo ammazzato dalle forze dell’ordine…
Domande:
Può essere che il tifos8 sia un tifoso non da seconda serie?
Per la città di Napoli che ha bisogno di una ristrutturazione del welfare per ovvi motivi, è bene indirizzare i giovanissimi alla pratica dell’identificazione di massa quasi sempre distruttiva?
A scanso di equivoci:
Non ho detto che tutti i tifosi “convinti” o “ultras” o gruppi siano violenti . Non ho il dono della sintesi, non so se mi sono spiegato bene, comunque non voglio offendere o mortificare niente e nessuno, ho espresso solo una mia opinione, capito Ezechiele? Se poi te ne esci con “paccheri” e io dico di calmarti e tu poi in privato mi scrivi “vuoi calmarmi tu?” Io ti rispondo come ho fatto sabato, non con la violenza, ma con il discorso.
Buona settimana a tutti e speriamo che la sett. Prossima nessun ragazzo visiti un ospedale.