Denunciamo il Veneto e Galan per Epidemia colposa.
Epidemia colposa. Questa l'ipotesi di reato per cui la procura della Repubblica di Napoli ha aperto un'inchiesta. Alcuni cittadini hanno segnalato eventuali collegamenti con casi di tumori a fegato, pancreas e polmoni, che sarebbero derivati da vicinanze a discariche di rifiuti. L'inchiesta è affidata alla sesta sezione della procura coordinata dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo
di Fabio Massa
Il primario di oncologia dell'Istituto tumori della Fondazione Pascale,Giuseppe Comella, non usa mezzi termini. Perché la questione dei rifiuti, a Napoli, non è solo un problema di montagne di pattume per le strade. E' un problema di morte, di bambini nati deformi, di tumori che corrodono e portano alla tomba. Intervistato da Affari Comella spiega che "esiste un'emergenza, aumentano le neoplasie, aumentano le malformazioni congenite. E tutto per colpa del Nord che qui ha scaricato i suoi rifiuti tossici". Insomma, sotto la monnezza c'è il veleno.
Primario Comella, per l'emergenza rifiuti sta aumentando l'insorgenza dei tumori?
Sì, sicuramente. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto uno studio dettagliato, classificando in cinque livelli l'esposizione al rischio. Nelle zone di Napoli e Caserta ci sono otto comuni dove si muore.
In che modo?
In un modo orribile. Facendo un confronto con i comuni a livello 1, quindi poco esposti, il tasso di mortalità in queste otto cittadine è superiore per il cancro al polmone del 7 per cento negli uomini e del 9 per cento nelle donne. E andiamo avanti, si muore per cancro al fegato e alle vie biliari: +19 per cento negli uomini e +29 per cento nelle donne. Ma il problema non sono solo i tumori, anzi...
Spieghi meglio.
A Napoli possono nascere bambini deformi a causa delle discariche. Nascono con la spina bifida, nei comuni a livello 5 sono l'83 per cento in più. E quindi bisogna operare, altrimenti si creano infezioni, hanno problemi di deambulazione e nella crescita degli arti inferiori.
Piccoli mostri...
Bambini con gravissime deformazioni, come quelle all'apparato urogenitale, al pene. O anche malformazioni al palato, come il labbro leporino. Ma il problema non sono i rifiuti "normali", quelli urbani. Il problema viene dal Nord.
E quindi...
E quindi Galan farebbe meglio a stare zitto quando dice che non vuole i rifiuti di Napoli. Nessuno vuole darglieli, i rifiuti di Napoli. Però si riprenda quelli che per 30 anni hanno scaricato da noi con l'aiuto della camorra, quelli tossici, quelli che fanno venire queste malformazioni.
Le autorità sapevano, prima di questa ennesima emergenza?
Certo che sapevano. Sapevano tutto. C'è uno studio dell'Oms, c'è un esposto che ho firmato personalmente. Alla magistratura abbiamo detto tutto, abbiamo denunciato.
Tumore al polmone, mortalità di genere, tumore del fegato, tumore dello stomaco ma anche malformazioni congenite del sistema nervoso e dell'apparato uro-genitale. Esiste una relazione, accertata, tra l'emergenza dei rifiuti in Campania e il rischio salute per i cittadini. Le zone più a rischio sono le province di Caserta e Napoli. Sono i risultati più evidenti dello studio commissionato dalla Protezione Civile con, tra gli altri, il Cnr, l'Istituto superiore di sanità e l'Organizzazione mondiale della sanità.
Studio che ha confermato la presenza di rischi elevati di mortalità per varie cause e malfomazioni congenite nella Regione. Otto i comuni più a rischio, fino al 2004: Acerra, Aversa, Bacoli, Caivano, Castel Volturno, Giugliano in Campania, Marcianise e Villa Literno.
Il 21 dicembre scorso è partito un nuovo, fondamentale, studio sulla situazione attuale, di massima emergenza rispetto allo stato precedente. L'operazione prevede il prelievo di campioni di sangue di 780 persone e del latte materno di 50 donne, in 13 Comuni delle province di Napoli e Caserta, per analizzare il contenuto di diossine e di metalli pesanti.
Dopo ulteriori analisi ambientali e sugli animali, la Regione ha ritenuto quindi opportuna la realizzazione di uno studio ampio e analitico, che per dimensione del campione non ha precedenti in Italia e si colloca tra le indagini più estese condotte a livello internazionale per capire gli effetti sulla salute umana delle montagne di "monnezza".
Era il 31 agosto 2004, quando il dott. Alfredo Mazza, ricercatore in Fisiologia Clinica del CNR, riuscì a pubblicare sulla prestigiosa rivista "The Lancet Oncology" il suo studio, considerato agghiacciante da tutti gli oncologi anglosassoni. In Italia, invece, salvo qualche articoletto su "La Repubblica", non ha avuto effetti agghiaccianti, soprattutto non ha avuto conseguenze a livello politico. Già, perchè in quel lavoro si parla di Italia, ed in particolare si dimostra, statistiche alla mano, come in un pezzo di provincia di Napoli, da Acerra a Nola e Marigliano, passando per Pomigliano d'Arco, si muore di cancro molto di più che nel resto d'Italia, anzi molto più che nel resto d'Europa.
L'elevata densità di popolazione, porta a quasi un milione di persone il conteggio di chi vive nell'area, di questo milione di persone, l'indice di mortalità per neoplasie al fegato si attesta a 35 ogni 100.000 abitanti per gli uomini ed al 20.5 per le donne, contro una media nazionale del 14. Una vera e propria strage continua.
Attenzione: 35 significa mortalità maggiore dell'infarto.
Nell'ultimo decennio del XX secolo, i morti di cancro sono improvvisamente raddoppiati (seconda impennata), ma dietro questo aumento del tasso annuo di strage c'è l'ombra lunga della camorra: 5.000 discariche illegali, senza alcun controllo, dove viene scaricato di tutto, dal chimico al radioattivo.
La punta d'iceberg è rappresentata dal caso Pellini: una storia che ha dell'incredibile e portata alla luce dalla Procura della Repubblica di Napoli dopo due anni di indagini, con l’arresto di 13 persone tra cui diversi sottufficiali dei Carabinieri ed i gestori della ditta Pellini di Acerra.
Dal Veneto, ed in particolar modo da Porto Marghera arrivavano ad Acerra fanghi tossici e rifiuti di ogni tipo soprattutto chimici, la ditta Pellini li stoccava e li rivendeva come fertilizzanti, il tutto con la complicità dei Carabinieri di Acerra. Fertilizzanti che finivano per fertilizzare i terreni dove si coltiva l'insalata venduta poi nei mercati.
Recenti analisi chimiche dei terreni hanno evidenziato alte concentrazioni di diossina, mercurio, arsenico, amianto.
Come lo stesso dott. Mazza ha dichiarato, "migliaia di persone sono state esposte a sostanze tossiche per decenni. Tutto è contaminato: gli agenti inquinanti nell'aria, nell'acqua e nei prodotti della terra sono ben al di sopra dei livelli consentiti. E' una emergenza: io stesso ho perso diversi amici colpiti da tumore. E non c'è dubbio che dietro quelle morti ci siano i rifiuti tossici".