Nick: zaanit Oggetto: re:Curiosità Data: 18/5/2008 22.41.17 Visite: 15
guarda.. c'è un ciclo di poesie di neruda che studiammo durante il corso di antropologia dell'alimentazione.. ad esempio "ode alla cipolla", "ode al limone" o "ode al vino"(per citarne qualcuna).. potrebbero rientrare nelle mie preferite.. ode alla cipolla Cipolla, anfora luminosa, petalo e petalo si formò la tua bellezza, squame di cristallo ti accrebbero e nel segreto della terra oscura si arrotondò il tuo ventre di rugiada. Sotto la terra fu il miracolo e quando apparve il tuo rozzo stelo verde, e nacquero le tue foglie come spade nell'orto, la terra accumulò il suo potere mostrando la tua nuda trasparenza, e come in Afrodite il mar remoto duplicò la magnolia innalzando i suoi seni, così ti fece, cipolla, chiara come un pianeta, e destinata brillare, costellazione costante, rotonda rosa d'acqua, sopra la tavola della povera gente. Generosa disfi il tuo globo di freschezza nella consumazione fervente della pentola, e la parete di cristallo al calore acceso dell'oliosi trasforma in arricciata penna d'oro. Anche ricorderò come feconda la tua influenza l'amor dell'insalata, e sembra che il cielo contribuisca dandoti fine forma di grandine a celebrare la tua chiarità sminuzzata sugli emisferi di un pomodoro. Ma alla portata delle mani del popolo, innaffiata di olio, spolverata con un po' di sale, uccidi la fame dell'operaio nella dura strada. Stella dei poveri, fata madrina avvolta in delicata carta, esci dal suolo, eterna, intatta, pura come seme d'astro, e nel tagliarti il coltello in cucina sale l'unica lacrima senza pena.Ci hai fatto piangere senza affliggerci. Io ho cantato quanto esiste, cipolla, ma per me tu sei più bella di un uccello dalle penne abbaglianti, sei per i miei occhi globo celeste, coppa di platino, danza immobile di anemone niveo, e vive la fragranza della terra nella tua natura cristallina . ode al limone Da quei fiori sciolti dalla luce della luna, da quell' odore d'amore esasperato, immerso nella fragranza, sorse dall'albero del limone il giallo, dal suo planetario discesero i limoni sulla terra. Tenera merce! Si riempirono le costiere, i mercati, di luce, di oro silvestre, e aprimmo due metà di miracolo, acido congelato che scorreva dagli emisferi di una stella, e il liquore più intenso della natura, intrasferibile, vivo, irriducibile, nacque dalla freschezza del limone, della sua casa fragrante, dalla sua acida, segreta simmetria. Nel limone i coltelli han tagliato una piccola cattedrale l'abside nascosto aprì alla luce le acide vetrate e in gocce scivolarono i topazi, gli altari, la fresca architettura. Così, quando la tua mano impugna l'emisfero del tagliato limone sul tuo piatto, un universo d'oro spargi, una coppa gialla con miracoli, uno dei capezzoli profumati del petto della terra, il raggio della luce ch'è diventato frutta, il fuoco minuto di un pianeta. ode al vino Vino color del giorno, vino color della notte, vino con piedi di porpora o sangue di topazio, vino, stellato figlio della terra, vino, liscio come una spada d’oro, morbido come un disordinato velluto, vino inchiocciolato e sospeso, amoroso, marino, non sei mai presente in una sola coppa, in un canto, in un uomo, sei corale, gregario, e, quanto meno, scambievole. |