Nick: zaanit Oggetto: re:arte contemporanea Data: 3/6/2008 17.24.58 Visite: 63
capisco il tuo discorso, non è assolutamente insolito, tutt'altro.. forse può essere riduttivo dire che, al suo tempo, giusto per portare un esempio altisonante, nemmeno caravaggio fu apprezzato, così come invece lo è ora. io, personalmente, amo l'arte contemporanea. ma semplicemente perchè metto in gioco la mia emotività e voglia di ricerca, dinanzi ad essa. davanti ad opere contemporanee, sentir dire "lo so fare anch'io" "e che ci vuole" "è una cazzata" è quanto di più comune possa accadere. a differenza dell'arte moderna (a cui innanzitutto siamo "abituati" anche per il maggior naturalismo ritrattistico rapportarto invece a ciò che vediamo nella contemporanea) davanti ad opere di artisti contemporanei, spesso senza titoli, e quindi anche senza l'iniziale indicazione da seguire (per quanto credo, il titolo, dovrebbe essere l'ultima cosa da guardare) bisogna mettere in gioco anche la propria fantasia, e non sempre è facile. per poter comprendere l'arte contemporanea, o meglio, per poter comprendere ciò che l'artista con una determinata opera vuole comunicare, spesso bisogna conoscere la sua biografia. sarà, ad esempio, difficile comprendere i cretti di burri,ciò che lui voleva comunicare, senza sapere che fu medico di guerra che fu imprigionato, e proprio quest'esperienza, e la devastazione, il dramma umano che la guerra comporta, ha condizionato le sue tecniche espressive, traducendosi in cretti, fratture. il nostro è il tempo della disarmonia, delle provocazioni, o come baselitz esprime, quasi un carnevalesco mondo alla rovescia, è il tempo degli show, dell'ovvio e dello scontato, del già tutto visto e conosciuto, il tempo in cui sembra che più nulla ci sorprenda. forse come dici tu, manzoni più che artista è un genio.. ..ma anche quelli d'un tempo era considerati geni.. tutto va commisurato al tempo in cui si vive.. Duchamp dimostro, al suo tempo, che per fare un'opera d'arte, oltre alla tecnica, in questo momento, era necessario avere idee, idee geniale, e rivedere oggetti comuni con occhi diversi, dando loro funzioni diverse da quelle per cui sono stati ideati. in antropologia un'idea del genere è definita "bricolage", e consiste nel raccogliere e riusare oggetti precedentemente usati per altre ragioni, e vedere in essi funzioni per cui inizialmente non erano nè stati progettati nè indicati. e forse come concetto potrebbe in pieno rispecchiare quella che fu l'idea di duchamp (o magari, non lo escludo affatto, anzi!, sto dicendo una miriade di cazzate). credo bisogni contestualizzare, sia nel periodo in cui viviamo, sia in ciò che è il vissuto dell'artista, sia in ciò che, senza troppi pregiudizi che per l'arte contemporanea abbiamo, potremmo vedere.. |