io ritengo che ognuno debba fare politica nel proprio ambito.
voglio dire: se sono imprenditore ed ho velleità politiche, nel senso che m'interessa mediare le istanze imprenditoriali, devo per una questione etica, fare politica nell'imprenditorialità stessa, cioè oltre confindustria non posso andare.
se faccio il professionista, la politica di miglioramento della categoria a cui appartengo, la devo fare solo nell'ambito delle attività dell'ordine a cui appartengo, per una questione squisitamente etica.
è scorretto finquando sono in attività entrare nella gestione politica del paese, per un principio molto semplice: prima di mettere in ordine la casa di tutti, devo mettere in ordine casa mia
quindi chi può entrare in politica? solo chi sceglie di mettere in pensione la propria attività per offrire la sua esperienza politica maturata nel proprio settore. una sorta di modello platonico di consiglio dei saggi, che non è altro che un'oligarchia illuminata.
giusto per completare questa parmigiana di melanzane: il modello se non si è capito è un modello corporativo. da ogni corporazione escono fuori rappresentanti che devono legiferare.
vabè abbiamo teorizzato un pò
