mi sono informato...ho studiato (molto) la costituzione in vigore...
ho studiato le riforme approvate su proposta della lega (con le correzioni -pessime- di d'onofrio)
e sono nettamente convinto che l'unico voto possibile sia
un NO convinto
la riforma è complessa (viene modificata poco meno di metà dell'intera costituzione).... vi rimando alla lettura integrale delle modifiche (anche se sono di difficile comprensione per chi non si occupa di politica o di diritto)
quello che segue è un brevissimo sunto (materiale tratto e adattato dal sito salviamolacostituzione)
1) la cd. "devoluscion" bossiana prevede che Spetta alle regioni la potestà legislativa esclusiva nelle Sanità; Scuola; Polizia amministrativa regionale e locale;
e.....ogni altra materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato”.
In poche parole “diritti fondamentali” come la salute, l’istruzione e la sicurezza...vengono devoluti alle regioni...con la conseguenza che Per tali diritti le prestazioni garantite ai cittadini potrebbero variare da regione a regione venendo così a violare il principio di uguaglianza di tutti i cittadini italiani sancito dall’articolo 3 della Costituzione
La “devolution” prevista dalla riforma smantella l’universalità dei diritti fondamentali, esaspera le disparità fra Nord e Sud, fra zone ricche e zone povere del Paese. Inoltre potrebbe avere influenza sulla situazione dei dipendenti pubblici dei settori interessati per i riflessi sulla legislazione del lavoro pubblico e per il rischio di una possibile messa in discussione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.
2) il parlamento verrebbe trasformato:
Le Assemblee restano due: la Camera e il Senato, ma al bicameralismo perfetto (due camere con uguali poteri) che ha caratterizzato quasi sessanta anni di vita repubblicana, subentrerebbero il Senato federale e la nuova Camera dei deputati con compiti e poteri diversi.
I senatori sono eletti, su base regionale, contestualmente ai consigli regionali, quindi il nuovo Senato sarà soggetto a possibili rinnovi parziali.
I rappresentanti delle regioni e delle autonomie locali “partecipano” ai lavori del Senato federale ma “senza diritto di voto” (art. 3 Riforma).
La divisione dell’attribuzione delle funzioni legislative tra Camera e Senato, non più esercitate collettivamente, costituisce un meccanismo molto complesso: ci sarebbero leggi su cui l’iniziativa e l’ultima parola spettano alla Camera (materie di “legislazione esclusiva dello Stato”), altre su cui spetta al Senato (materie di “legislazione concorrente”), altre ancora che spettano ad entrambe le Camere con rinvii complicatissimi senza dire che nei casi più delicati il governo, autorizzato dal Presidente della Repubblica, potrebbe spostare dal Senato federale alla Camera dei deputati il potere della deliberazione definitiva.
In caso di conflitti di competenza tra Camera e Senato federale, i rispettivi Presidenti potrebbero affidare “la decisione a un comitato paritetico”, complicando e rendendo eccessivamente ingestibile l’iter legislativo.
Si ricorda infine che la riforma prevede un voto sul programma del nuovo governo espresso dalla sola Camera e non anche dal Senato federale.
Il capolavoro di questa riforma è che il senato c.d. federale, di federale ha ben poco, perché i veri rappresentanti delle regioni e delle autonomie locali possono partecipare, ma non possono votare.
Si rischia altresì la paralisi della funzione legislativa: basta pensare che una singola legge può contenere norme che si riferiscono a materie di competenza del Senato federale e contemporaneamente altre di competenza della Camera. A chi l’ultima parola?
Un esempio concreto del rompicapo rappresentato dal nuovo meccanismo di formazione delle leggi è costituito dal numero dei caratteri utilizzato nella stesura del testo. A fronte delle 77 lettere adoperate nell’art. 70 della Costituzione vigente, la riforma ne usa 3.863.
L’indebolimento dei poteri del Parlamento ha come conseguenza diretta anche l’indebolimento dei poteri del singolo cittadino, il quale voterebbe un suo rappresentante che conterebbe sempre di meno
i sostenitori del si sostengono che verrebbe ridotto il numero dei Parlamentari...ma questo mi pare un doppio inganno...
in primo luogo la riduzione è nulla in confronto al danno che verrebbe fatto all'unità nazionale...
in secondo luogo la riduzione entrerebbe in vigore solo nel 2011 (si può attuarla anche senza stravolgere lo Stato !!!)