Nick: Sugar* Oggetto: re:è raccapricciante Data: 11/1/2008 11.46.3 Visite: 66
è stato detto: quindi abiti nella patria di uno dei grandi mister monnezza Mario Landolfi!!
si il mio caro concittadino Mondragone, tassa del clan sull´immondizia truffe, assunzioni fittizie, appalti truccati Scritto da A. C. da la Repubblica Napoli, 13-11-2007 La camorra e il grande affare dei rifiuti. La scena del secondo atto è ancora l´alto casertano. Da Castelvolturno ai confini del Lazio. Compaiono personaggi nuovi: il primo è Alfredo Ugo Conte, sindaco di Mondragone. L´altro no, non è nuovo, ma è più vasto il ruolo attribuito a Giuseppe Valente, politico che aveva già sfiorato il carcere nella primavera scorsa, quando il gip optò per i domiciliari nella retata della Finanza: stavolta è stata accolta la richiesta della Procura, arresto in cella per l´ex amministratore di Eco4 e poi del consorzio Caserta 4. Sei gli arresti di Finanza, carabinieri e polizia, oltre ad un sequestro preventivo di 4,7 milioni di euro vantato dalla Eco4 nei confronti del Consorzio Ce4, una truffa per sovrastimare la società, «cessione di una fraudolenta cessione ad un istituto di credito», come si precisa nel comunicato della Procura, firmato dal capo del pool antimafia, Franco Roberti. È un´inchiesta aperta nel 2004 dalla Finanza e allora coordinata dal pm Raffaele Cantone che ne conclude la prima fase, con gli arresti del 2 aprile scorso. Fu arrestato anche Claudio De Biasio, allora subcommissario, era uno dei tre vice di Bertolaso. Ma era coinvolto nelle indagini in quanto direttore generale di Ce4, riappare anche ora nei verbali, quale presidente di una gara di appalto chiacchierata. Numerosi quelli concessi ad imprese e personaggi della malavita. Si capì quel giorno che era solo il primo atto. L´inchiesta investe Forza Italia, il partito del sindaco di Mondragone e di Valente, coordinatore cittadino, descritto come l´uomo chiave dello scandalo che vede tutti insieme il Comune, le società miste, gli imprenditori, la Bnl con funzionari coinvolti, i capi del clan di Mondragone (Antonio La Torre e Giuseppe Fargnoli) e di Casal di Principe, con la famiglia Bidognetti turbata dal pentimento di Domenico, in evidente crisi di rapporti con Francesco Schiavone, "Sandokan". Valente era al crocevia di politica, boss e imprese. Influiva sul sindaco, il medico Alfredo Ugo Conte, ed era la sponda con la camorra. «Si adoperava nell´imporre agli imprenditori incontri con il capoclan latitante Giuseppe Fragnoli, nel garantire loro i fondi per le tangenti». Tangenti che derivavano da fondi pubblici, che Valente avrebbe direttamente raccolto. «A mani proprie, in alcuni casi», si precisa. Impose anche l´assunzione del figlio del boss, Giacomo Fragnoli, coordinatore della raccolta dei rifiuti, «in modo da pilotare anche le agitazioni dei dipendenti». Tutto era funzionale a deviare danaro pubblico verso le casse della camorra, c´era una tassa mensile di 15mila euro. Un conto aperto tra Antonio La Torre, allora latitante in Scozia ora detenuto a Ferrara, e la famiglia Bidognetti. «La camorra pagava alla camorra», fu ribadito nel precedente blitz. Con Valente, arresto per Maria D´Agostino, notificato in carcere ai già detenuti Aniello Pignataro e Gennaro Sorrentino, domiciliari per Giuseppe Diana. Le assunzioni saldavano i conti della politica. Rocambolesche le manovre di Maria D´Agostino, anche lei al confine tra politici e clan. Per sostenere la giunta Conte fu gratificata da una serie di posti, alcuni fittizi. Come per Daniela Gnasso, moglie di Massimo Romano. Le sue dimissioni, concordate con la D´Agostino a sua volta ineleggibile, consentirono alla giunta di scongiurare la crisi. Gli scenari rilevati dalla Procura fanno prevedere la chiusura del Consiglio comunale, che sta trattando importanti opere pubbliche. Il nuovo lungomare nord. Il senatore Tommaso Sodano, Rifondazione, ha già chiesto al ministro Amato di «sciogliere il Comune e adottare tutte le misure per riportare la legalità a Mondragone». Ancora prima dei blitz, nel dicembre 2005 fu perquisito lo studio del commercialista Raffaele Chianese, vicesindaco e consulente dell´allora ministro Mario Landolfi. Ma l´esponente di An, amico di Conte e Valente, ha da tempo rotto con sindaco e coordinatore di Forza Italia. Chianese si dimise, sembrava chiarita la sua posizione e ne fu sollecitato il ritorno. Porte chiuse. Valente era travolto dall´inchiesta, c´era un clima pesante intorno a Conte. Sembra sia stato chiesto dalla Procura l´arresto anche per lui, il gip ha disposto perquisizioni in ufficio, studio e casa. Si può già immaginare il terzo atto. ====================
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