Nick: Bardamu Oggetto: re:x Bardamu Data: 11/1/2008 17.35.45 Visite: 41
Per la semplice legge di mercato della domanda e dell'offerta. E' evidente che solo un'economia malata può affidarsi ai clan, ed evidentemente quella Veneta(ma non solo) è un'economia malata.
I clan, in una regione come la nostra guadagnano sempre. Guadagnano con i camion, con le ruspe bobcat, le discariche abusive.Lavorando in un regime di monopolio e ponendosi al di sopra di qualunque legge. Quindi guadagnano quando raccolgono e quando sversano e fanno sversare nelle loro discariche. Ma non sono i soli. I clan rappresentano l'offerta. Ma non sono loro ad aver avuto i vantaggi maggiori da questa storia. I vantaggi ricavati dalle maggiori imprese italiane sono stati enormi.Possiamo dire che senza le discariche del sud italia non avremmo avuto il miracolo del nord est. Negli ultimi trent'anni le discariche campane non sono state intasate solo dai rifiuti solidi urbani campani, ma sono state occupate, invase, colmate dai rifiuti speciali e ordinari di tutto il Paese, dislocati dalle rotte gestite dei clan. Come dice Saviano: "La spazzatura napoletana appartiene all'intero Paese nella misura in cui per più di trent'anni rifiuti di ogni tipo - tossici, ospedalieri, persino le ossa dei morti delle terre cimiteriali - sono stati smaltiti in Campania e più allargatamene nel Mezzogiorno". L'operazione Houdini del 2004 ha dimostrato che il costo di mercato per smaltire correttamente i rifiuti tossici imponeva prezzi che andavano dai 21 centesimi a 62 centesimi al chilo. I clan fornivano lo stesso servizio a 9 o 10 centesimi al chilo.
I clan di camorra sono riusciti a garantire che 800 tonnellate di terre contaminate da idrocarburi, proprietà di un'azienda chimica, fossero trattate al prezzo di 25 centesimi al chilo, trasporto compreso: un risparmio dell'80 per cento.
I traffici di rifiuti tossici hanno visto il sud Italia essere il vero luogo dove far ammortizzare i prezzi elevati dello smaltimento. La camorra ha fatto risparmiare capitali astronomici alle imprese del nord Italia. Secondo le Procure di Napoli e di Santa Maria Capua Vetere, 18 mila tonnellate di rifiuti tossici partiti da Brescia sono stati smaltiti tra Napoli e Caserta. In quattro anni un milione di tonnellate sono tutte finite a Santa Maria Capua Vetere. I rifiuti trattati negli impianti di Milano, Pavia e Pisa sono stati sotterrati in Campania. L'inchiesta Madre Terra scoprì che in soli 40 giorni oltre 6.500 tonnellate di rifiuti dalla Lombardia giunsero a Trentola Ducenta, vicino a Caserta: 500 tonnellate solo da Milano.(abbiamo aiutato la Lombardia ad uscire dall'emergenza rifiuti!!!)
Loro non hanno mica chiesto il permesso e la solidarietà nazionale?
Dopo tutto questo è legittimo schifare Formigoni?
E ancora nel casertano e nel napoletano i Nas hanno scoperto rifiuti prodotti da petrolchimici storici come quello dell'ex Enichem di Priolo, fanghi conciari della zona di Santa Croce sull'Arno, fanghi dei depuratori di Venezia e di Forlì di proprietà di società a prevalente capitale pubblico. Grazzanise è stata prediletta per sversare i fazzoletti usati per asciugare le mammelle delle vacche venete munte, Capua per i toner delle stampanti.
Ora è evidente che l'emergenza campana è un problema nazionale, perché creato da un sistema economico malato.
Naturalmente la monnezza a terra interessa più la malapolitica che il traffico di rifiuti tossici. Ma questo è un problema diverso che solo in parte si sposa con quello dei rifiuti tossici. |