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Nick: NEVERLAND
Oggetto: re:C'era una volta in Messico
Data: 3/12/2003 22.12.3
Visite: 32

Dopo la prima riuscita sequenza introduttiva partono i titoli di testa, commentati da un tema musicale che riecheggia "Ennio Morricone", che ci aprono la porta d’ingresso a questo fantastico viaggio all'interno dell'azione in celluloide, caratterizzato dalla bella "fotografia caliente" dello stesso Rodriguez, violenza da cartoon, molta ironia ed un pizzico di romanticismo.

Puntualmente stroncato dalla critica, che ha accusato Rodriguez di non conoscere affatto i lungometraggi western di Sergio Leone, "C'era una volta in Messico" è in realtà costruito su un'ottima sceneggiatura, molto più curata e ricca di personaggi rispetto a quelle dei due episodi precedenti, caratterizzata da una struttura narrativa tutt'altro che classica, infarcita di flashbacks che si confondono con il presente, in cui ancora una volta emerge la grande passione dell'autore nei confronti delle immagini in movimento e, in particolare, del cinema di genere, che realizza i suoi lavori sempre con quell'entusiasmo e quella gran voglia di raccontare e stupire, tramite la personale rielaborazione e lo stravolgimento di situazioni già viste, tipica di chi esordisce dietro alla macchina da presa, tanto che, oltre che della regia e della fotografia, si è occupato, come al solito, delle musiche, delle scenografie, del montaggio (il suo uso delle dissolvenze incrociate in un'unica inquadratura è ormai un marchio di riconoscimento).
Il cinema di Rodriguez non è caratterizzato da originalità di storia, ma di contenuti, è exploitation pura, destinata a coinvolgere e stupire il fruitore, pur ricorrendo, quando necessario, al non-sense, per mezzo dell'immagine stregante, e non attraverso script innovativi o messaggi di fondo (anche se questi ultimi finiscono per essere sempre presenti).

La maggior parte dei nostri cari critici, purtroppo, conosce soltanto l'intramontabile Sergio Leone, e non è al corrente del fatto che Rodriguez, da giovane filmaker cresciuto a vhs e cultura popolare, tenda a citare un certo tipo di cinema decisamente più oscuro e sottovalutato (soprattutto dalle nostre parti).

Le somiglianze con l'opera omnia del maestro dello Spaghetti western, non possono che riguardare il titolo (che contemporaneamente richiama C'era una volta il West e C'era una volta in America) e la caratterizzazione di alcuni personaggi ma niente più. Rodriguez privilegia l'azione, e lo fa tramite sparatorie surreali, abilmente coreografate come se fossero numeri di danza, con vittime che volano e saltano dappertutto ed opportune dosi di splatter comico.
A tal proposito citO lo scontro a fuoco che fa da preludio all'eccitante inseguimento in moto (che Banderas ha affrontato di persona, quasi senza aiuto di controfigure), quello all'interno della chiesa, probabile omaggio a "The killer" di John Woo, e la divertente fuga dalla finestra dell'albergo, intrapresa dal Mariachi insieme alla sua amata Carolina, interpretata dalla sempre sexy Salma Hayek.

I villain hanno i volti degli ottimi Willem Dafoe e Mickey Rourke, mentre Fideo e Lorenzo sono interpretati rispettivamente da Marco Leonardi (Dal tramonto all'alba 3) e dal cantante Enrique Iglesias che, a detta di Rodriguez, è un tributo a Howard Hawks, il quale volle il giovane musicista Ricky Nelson nel suo "Un dollaro d'onore".

Cocludendo nn è certo un film impegnato ma film surreale, coloratissimo e fracassone, ricco di omaggi e citazioni con personaggi decisamente "particolari" tra cui spicca un Johnny Depp, con tanto di braccio finto da borseggiatore, deciso ad uccidere un cuoco solo perché cucina troppo bene e bisogna mantenere bilanciato il livello generale.
Musica accattivante (un paio di pezzi cantati davvero ben fatti) e ben realizzata quasi ai livelli delle colonne sonora dei film di Tarantivo (la canzone che ripete ogni tanto "pistolero" durante l'inseguimento in moto mi ha fatto pisciare sotto dalle risate) ed un atmosfera più che leggera non potranno certo tradire le aspettative dei fans.
Tecnicamente poi è ineccepibile anche se girato in digitale.
Una sorta di esperimento sulle mille possibilità dei nuovi mezzi.

Io l'ho trovato ben girato (che di questi tempi è gia una gran cosa) carino e divertente...
90 minuti di sano divertimento cinematografico...
si confermo e accendo...
sono uscito soddisfatto dal cinema anche perchè sono andato a vederlo sapendo che era quel genere di film...ne consiglio la visione poi fate voi



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C'era una volta in Messico   3/12/2003 20.27.24 (105 visite)   harding
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