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Nick: NEVERLAND
Oggetto: 4 Anni di Carcere x 1 MP3!
Data: 11/5/2004 11.56.31
Visite: 162
Il decreto Urbani torna peggio di prima.
Il carcere per chi si scarica un brano musicale. L'hanno proposto, è stato scongiurato.
E ora stanno per approvarlo definitivamente, nella stesura iniziale.
Forse anche peggiorata.
Una storia difficile da raccontare.
Cominciamo con i soggetti.
A voler imporre multe e carcere a quell'esercito di persone che si scambiano notizie, informazioni ma anche immagini e musica in rete, sono state le destre che governano questo paese.
A scongiurare questo rischio, è stata naturalmente l'opposizione.
Le opposizioni.
Che un mese e mezzo fa, nell'ormai famoso "decreto Urbani" riuscirono a imporre un emendamento.
Per il quale era punibile, con una supermulta e addirittura con la detenzione, chi utilizzava lo scambio di file "per fini di lucro".
Le opposizioni, insomma, riuscirono ad imporre al governo l'idea che non si poteva, né doveva punire il semplice utente ma chi vendeva musica e film protetti da copyright.
Sembrava tutto a posto.
Sembrava che il nostro paese fosse al riparo dall'ondata restrittiva che ha colpito l'America e sta colpendo l'Europa (sì, anche l'Europa perché, così dicono le associazioni per il software libero, il prossimo consiglio dei ministri dovrebbe varare un testo di protezione del copyright, già bocciato in commissione, e che sarebbe solo un regalo a Bill Gates biuttando sul lastrico decine di piccole aziende di programmazione).
Sembrava.
Perché poi quel testo, si parla di quello italiano, è stato emendato un'altra volta.
A presentare questo nuova modifica è stata sempre la maggioranza, con la Carlucci.
Lei s'è limitata a chiedere che l'espressione "fini di lucro" fosse sostituita con quella di "per trarne profitto".
Apparentemente espressioni simili, tanto che nel linguaggio comune si usano come sinonimi.
A lume di naso, insomma, sembrava che anche le destre fossero per punire solo chi si arricchisce illegalmente dallo scambio di files in rete.
Ma appunto: sembrava.
Giuridicamente le due espressioni sono infatti molto, molto diverse.
Come spiegano compiutamente tanti siti, (http://www.interlex.it/copyright/pnuti7.htm ,per dirne uno) ci sono state diverse sentenze della Cassazione.
E tutte insistono sullo stesso punto: con quell'espressione "per trarne profitto" si deve intendere tutto ciò che consente un vantaggio, anche minimo.
E prelevare un brano musicale in rete, di fatto, è un risparmio per l'utente.
Incredibilmente piccolo, insignificante (tanto più che tutti, ma proprio tutti, gli studi sostengono che la crisi del settore musicale non ha nulla a che fare con la rete ma dipende dall'eccessivo e ingiustificato costo dei CD).
Ma di risparmio si tratta.
E così, grazie all'emendamento o grazie al controemendamento, i semplici utenti ora rischiano fino a quattro anni di reclusione o una multa fino a 14 mila euro.
Esattamente lo stesso rischio che corre il boss della malavita che organizza la stampa dei CD o dei DVD pirata.
Senza contare che, sempre in base a quest'ultima stesura del decreto Urbani, basta un file mp3 per vedersi sequestrato computer e modem.
E davvero alzi la mano chi non ha sul proprio PC un brano musicale che accompagna tutte le attività del computer.
Ce n'è quanto basta perché le associazioni di difesa della libertà abbiano deciso di mobilitarsi.
In rete.
E in piazza.
L'appuntamento è il 18 maggio davanti al Senato.
Sì, perché di lì a qualche giorno il decreto sarà convertito in legge e a quel punto gli utenti della rete saranno trattati tutti come pedofili.
