Nick: Sadeness Oggetto: re:Salò o le centoventi giornate Data: 3/8/2005 22.24.1 Visite: 16
....fare un film non deve avere necessariamente un intento moralista. Oscar Wilde diceva che tutta l'arte è perfettamente inutile....Nel suo intento provocatorio, io condivido quest'affermazione.
Non comprendo nè condivido il tuo discorso perchè le 120 giornate di Sodoma non è un film ad uso e consumo di tutti.
Per quanto si possa restare orripilati alla vista di tanta violenza, è pur sempre un film e va valutato nelle sue metafore e nella sua complessità, e non moralisticamente in base alle scene di violenza mostrate. E poi, se proprio vogliamo fare i moralisti, trovo molto più pretestuosa e fine a sè stessa la violenza di film come "arancia meccanica".
"le 120 giornate di Sodoma " è un film forte, e per certi versi geniale. L'aura frivola e surreale che permea i racconti compiaciuti della signora Vaccari & Co. rende inoltre per contrasto il disprezzo nutrito dai nazifascisti x l'essere umano ridotto ad oggetto....in un certo senso il film è anche denuncia, nella sua crudezza.
Cmq, potrei concepire lo shock e la repulsione nei confronti delle opere di De Sade, ben più dettagliate e cruente di questo film, dove la violenza è realmente assunta a fonte di puro piacere (tra l'altro, si dice che tutto quello che è narrato sia stato realmente compiuto dal marchese stesso), ma è irragionevole liquidare così un'opera d'arte completa e complessa come questa di Pasolini.
Letture consigliate: http://www.pasolini.net/cinema_salo.htm "Juliette, ovvero le prosperità del vizio", Donatien-Alphonse-François de Sade.
There was me, that is Alex, and my three droogs, that is Pete, Georgie, and Dim, Dim being really dim, and we sat in a Korova Milkbar making up our rassoodocks what to do with the evening. "How long have you been a red man?" "About fifteen years"
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