Nick: Cyrano622 Oggetto: re:Strano paese l'Italia Data: 23/11/2005 11.39.20 Visite: 25
che l'Italia sia un feudo (nella sua accezione più medioevale) del Vaticano mi sembra cosa lampante ed assodata. che la Chiesa su alcune tematiche sia ancora relegata all'oscurantismo, fino a lambire, sfiorare e sforare nel becero integralismo, mi sembra ancor pèiù lampante; basti pensare ai milioni di morti per AIDS che vi sono nel mondo e di come la Chiesa porti avanti con incoscienza da evangelizzazione la battaglia contro l'uso del profilattico in barba a tutti gli allarmi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e a come questo faccia ogni anno più vittime delle torri gemelle o delle bombe su Falluja. Che la donna sia un mero contenitore lo si evince, ahime, anche e sopratutto dalla miriade di veline, letterine e affini che costellano il panorama televisivo italico. Pur tuttavia nella lucida analisi condotta vi è un neo, ma non si preoccupi è lo stesso che sembra affligere il legislatore italiano. Orbene al di là delle storielline su fiori e farfalle, su cavoli e cicogne, credo che per il concepimento di un pargolo vi sia bisogno di due persone di sesso diverso, a meno di miracoli della biomedica, ma nessuno fa riferimento al ruolo del padre. Sarà che in questa ventata oscurantista da parte del Vaticano si stà sponsorizzando il dogma dell'immacolata concezione, ma quì mi sembra che che nessuno porti avanti una battaglia sui diritti del padre, ma si sa che anche allora quel poverino di Giuseppe di diritti ne aveva ben pochi. Concordo col dire che lo stato vuole "costringere" a mettere al mondo un figlio per poi abbandonarlo, ma una volta nato nella maggior parte dei casi il mantenimento di quel figlio viene viene imposto al padre che magicamente in quel istante si deve far carico dei doveri senza aver mai avuto dei diritti la tematica è molto delicata e seria e ci sarebbe da discutere ben oltre ma non credo lo si possa fare su un forum felice giorno a voi tutti "Ho messo la testa dove gli altri non osavano mettere nemmeno i piedi" J.P. Rives
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