Nick: DOCET Oggetto: ti rispondo e concludo Data: 2/6/2005 19.34.58 Visite: 17
è stato detto: è stato detto: sono stati subdoli i vari capi di governo che hanno mandato in esilio un re PRIMA che la corte costituzionale stabilisse la validità del referendum col relativo risultato!! non è il nostro caso: il re se ne andò l'11 giugno, nu pok in ritardo, perchè aveva fatto ricorso a tutto il possibile pur di non andarsene
non è vero: l'unico ricorso era quello alla corte costituzionale come si fa anche oggi che ancora nn si era espressa (infatti si esprimeva in data 18 giugno)
è stato detto: è stato detto: e fu stesso il re a istituire il referendum delegando il popolo alla scelta. qua hai toppato pesante: il CLN deliberò che la scelta doveva essere fatta dall'Assemblea Costituente, fu Alcide De Gasperi a scegliere la via del referendum, e qua cantano le carte del governo
nel senso che il referendum fu firmato proprio dal re!! (vediti la carta)
è stato detto: è stato detto: il re evitò una guerra civile accettando questo voto assolutamente pilota no, il Re preferì un esilio dorato piuttosto che far valere le sue poche ragioni, qualora le avesse avute è un pò diverso gianlù mò ce vò, su una cosa etica possiamo dibattere una vita, ma sui dati di fatto no
eh no peppe. serio: lo riconoscono in moltissimi oggi. il re anche nel suo ultimo discorso specifica di nn voler protestare per nn scatenare guerra civile. in pratica la repubblica fu istituita illegalmente senza riscontro della corte di cassazione. e il re era per legge legittimato a nn riconoscere il governo e farli arrestare (quelli che si erano insediati a capo del governo) ci sarebbe stata ovviamente la guerra civile. e come dice stesso lui.... "ITALIANI! Nell'assumere la Luogotenenza Generale del Regno prima e la Corona poi, io dichiarai che mi sarei inchinato al voto del popolo, liberamente espresso, sulla forma istituzionale dello Stato. E uguale affermazione ho fatto subito dopo il 2 giugno, sicuro che tutti avrebbero atteso le decisioni della Corte Suprema di Cassazione, alla quale la legge ha affidato il controllo e la proclamazione dei risultati definitivi del referendum. Di fronte alla comunicazione di dati provvisori e parziali fatta dalla Corte Suprema; di fronte alla sua riserva di pronunciare entro il 18 giugno il giudizio sui reclami e di far conoscere il numero dei votanti e dei voti nulli; di fronte alla questione sollevata e non risoluta sul modo di calcolare la maggioranza, io, ancora ieri, ho ripetuto che era mio diritto e dovere di Re attendere che la Corte di Cassazione facesse conoscere se la forma istituzionale repubblicana avesse raggiunto la maggioranza voluta. Improvvisamente questa notte, in spregio alle leggi e al potere indipendente e sovrano della Magistratura, il Governo ha compiuto un gesto rivoluzionario, assumendo, con atto unilaterale ed arbitrario, poteri che non gli spettano e mi ha posto nell'alternativa di provocare spargimento di sangue o di subire la violenza. Non volendo opporre la forza al sopruso, nè rendermi complice dell'illegalità che il Governo ha commesso, lascio il suolo del mio Paese, nella speranza di scongiurare agli Italiani nuovi lutti e nuovi dolori. Compiendo questo sacrificio nel supremo interesse della Patria, sento il dovere, come Italiano e come Re, di elevare la mia protesta contro la violenza che si è compiuta; protesta nel nome della Corona e di tutto il Popolo, entro e fuori i confini, che aveva il diritto di vedere il suo destino deciso nel rispetto della legge, e in modo che venisse dissipato ogni dubbio e ogni sospetto. ... A tutti coloro che ancora conservano fedeltà alla Monarchia, a tutti coloro il cui animo si ribella all'ingiustizia, io ricordo il mio esempio, e rivolgo l'esortazione a voler evitare l'acuirsi di dissenzi che minaccerebbero l'unità del Paese, frutto della fede e del sacrificio dei nostri padri, e potrebbero rendere più gravi le condizioni del trattato di pace. Si considerino sciolti dal giuramento di fedeltà al Re, non da quello verso la Patria, coloro che lo hanno prestato e che vi hanno tenuto fede attraverso tante duirissime prove. Rivolgo il mio pensiero a quanti sono caduti nel nome d'Italia e il mio saluto a tutti gli Italiani. Qualunque sorte attenda il nostro Paese, esso potrà sempre contare su di me come sul più devoto dei suoi figli. Viva l'Italia! UMBERTO. Roma, 13 giugno 1946." ora nn sono monarca ma come sai sono obiettivo!! e amo l'obiettività!! SEMPRE cmq... W la repubblica ovviamente.... ma soprattutto concludo dicendo: W LE VERITA' OGGETTIVE!!
  p.s. qui ci dovremmo vasà!!!  Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile. (W.A.) |