Nick: Tanzarella Oggetto: A proposito di crocifissi Data: 7/7/2008 10.18.54 Visite: 47
è stato detto: BASTA CROCIFISSI NEGLI UFFICI
In Italia? nun l'ata mai penzà...
ZAPATERO: BASTA CROCIFISSI NEGLI UFFICI (di Martino Rigacci) ROMA - Lo slogan scelto dal 37/o congresso del Psoe in corso a Madrid è 'la fuerza del cambio': e in effetti i cambiamenti promossi dal partito di José Luis Zapatero non mancano, visto che una mozione esaminata dai socialisti prevede di "sopprimere progressivamente i crocifissi negli spazi pubblici e atti ufficiali", quali per esempio "i funerali di Stato ed i giuramenti dei ministri" al palazzo reale della Zarzuela.
"L'emendamento fa tra l'altro riferimento alla presenza dei crocifissi nei ministeri o ai funerali di Stato", ha ricordato il quotidiano El Pais, rilevando come la mozione ribadisca che "una concezione laica dello Stato rappresenta un segno d'identità politica del socialismo". La Chiesa cattolica, aggiunge il documento, "deve essere cosciente" del fatto che la Costituzione spagnola non contempla "alcun privilegio" nei suoi confronti.
A Bolzano tutti uniti nell'indignazione per un'opera esposta (e ora coperta) al Museo d'Arte moderna
Aspettando il Papa, la rana crocifissa fa scandalo
"Toglietela, ci offende: non siamo a New York"
di CONCETTO VECCHIO
ROMA - Il presidente del consiglio regionale Franz Pahl minaccia lo sciopero della fame. Gli Schuetzen in marcia. Per una volta uniti nell'indignazione Svp, An e il vescovo Egger. Veglie pubbliche dei catecumenali. Uno tsunami di lettere ai giornali di cittadini indignati. Tutto per una rana verde crocefissa, con in una zampa un boccale di birra e nell'altra un uovo, che da qualche settimana giganteggia nell'atrio del museo d'arte moderna Museion a Bolzano.
"Toglietela, ci offende", è il coro. "Non siamo a New York" coglie il sentimento dominante l'assessore provinciale alla cultura Sabrina Kasslatter Mur. L'Alto Adige vibra d'indignazione, alla vigilia del soggiorno di Papa Ratzinger, che trascorrerà le sue vacanze a Bressanone e i cui Angelus del 3 e 10 agosto in piazza Duomo (9mila posti) sono esauriti da settimane.
L'autore, Martin Kippenberger, non può replicare. Morì undici anni fa a 44 anni, dopo lunghi tormenti esistenziali. La rana la custodiva un medico tirolese, che al museo l'ha prestata gratis. Gli altoatesini come ipocriti ubriaconi, dediti all'alcol e alla blasfemia, pur dichiarandosi potentemente cattolici: questo il messaggio dell'artista.
"Un artista in crisi" ha precisato maliziosamente il presidente della Provincia Luis Durnwalder, che nell'ultima riunione di giunta s'è fatto passare una falsa telefonata dal Vaticano, facendo sbiancare i colleghi: "Il Papa non viene più. Siamo nei guai". Ma le alte gerarchie ecclesiastiche sono davvero indignate, come ha fatto notare Giuseppe Betori, segretario della Conferenza episcopale: "Siamo rammaricati per la fine del dialogo tra mondo dell'arte e mondo religioso".
I vertici del Museo, la cui sopravvivenza dipende in larga parte dai finanziamenti pubblici della Provincia, per un po' hanno rintuzzato le critiche ("l'arte resta libera e i musei devono proteggerla da ogni forma di ingerenza da parte della politica"), poi hanno cercato di costruirvi attorno una serie di schede esplicative nel tentativo di spiegarne il simbolismo recondito, infine hanno mascherato la rana con un tappeto di giornali.
"Ora è un totem mediatico, ma sin dall'inizio non c'era alcuna intenzione di ferire i sentimenti religiosi" ha provato a parare il colpo Alois Lageder, il presidente del Museion. Ma l'anfibio, seppur occultato, è ancora lì e Franz Pahl, dell'ala tradizionalista della Svp, il partito-Stato dell'Alto Adige, minaccia di digiunare se non sarà rimosso prima dell'arrivo del Pontefice.
Non è la prima provocazione. Tempo fa il museo espose uno sciacquone con l'inno di Mameli, Alleanza nazionale andò su tutte le furie e i magistrati sequestrarono l'opera. Stavolta la mobilitazione è perfettamente bipartisan. Nel frattempo la rana è diventata un'icona pop. Gli adolescenti se la fanno tatuare sui bicipiti. (6 luglio 2008)
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/politica/caso-rana-crocifissa/caso-rana-crocifissa/caso-rana-crocifissa.html
Chi era MARIA POCHIOLA?
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