Nick: MILLWALL^ Oggetto: IL PAGNOTTISTA Data: 12/5/2004 12.19.8 Visite: 874
C'è qualcuno su questo forum che dice tutto e il contrario di tutto. Quest'uomo si chiama Medy. Un giorno inneggia al ventennio, il giorno dopo all'Italia democratica, poi ci ripensa ed esalta Edgardo Sogno partigiano che però si rese autore successivamente di un tentativo di golpe in Italia. Medy è tutto e quindi in definitiva non è niente, o meglio è quello che gli conviene essere in un preciso momento. Medy durante il ventennio sarebbe stato uno zelante fascista con la tessera in tasca e la spilletta del fascio littorio sulla giacca. Poi dopo il 25 luglio avrebbe buttato dal balcone il busto del Duce e inneggiato alla fine della dittatura. Durante la guerra civile in Italia (1943 - 1945) non si sarebbe schierato con nessuna delle due parti in campo, avrebbe fatto l'imboscato, ne' coi ragazzi partigiani, ne' coi ragazzi di Salò. Avrebbe ritenuto più conveniente aspettare e vedere come si mettevano le cose prima di fare la sua scelta. Nel dopoguerra sarebbe stato democristiano, tenacemente filo americano, in misura direttamente proporzionale a quanto aveva tuonato durante il ventennio contro gli Stati Uniti e la perfida Albione. Non esitando a mettersi contro gli antichi camerati. Negli anni del pentapartito sarebbe stato socialista, avrebbe venerato Craxi, ballato con De Michelis e inneggiato alla Milano da bere, salvo poi accodarsi allo scandalizzato seguito di mani pulite. Nella seconda repubblica Medy si sarebbe trasferito in AN, ma la sua collocazione ideale sarebbe stata Forza Italia, molto più in linea con le sue tendenze cabarettistiche, la battuta facilona alla Silvio (che lui venera), la preparazione politica prossima allo zero. Ad altri riconosco lo status di avversari, so che per i loro ideali sarebbero capaci di andare fino in fondo e li rispetto nella diversità delle idee. Medy invece va dove lo spinge il vento perchè non ha ideali, ma solo il calcolo della convenienza. E' solo un italiano medio, un esponente di quel camaleontismo nazionale che porta oggi qua e domani altrove, oggi col Duce domani con gli americani. La sua è scelta interessata, sempre, e sono certo che anche a destra questi personaggi vengono additati con disprezzo, come quelli che sanno salire al momento opportuno sul carro dei vincitori. |